------------------ELIMINATO L'IMPOSSIBILE,CIO' CHE RESTA,PER IMPROBABILE CHE SIA,DEVE ESSERE LA VERITA'!
 
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Genesi

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2010 21:09
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13/09/2010 21:06



La vita non si conquista con il "commercio" della prostituzione sacra: è solo dono di Dio e dipende dalla presenza nell'uomo del suo spirito.



Capitolo 6


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1Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, 2i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. 3Allora il Signore disse: "Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni".

4C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.

5Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. 6E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. 7Il Signore disse: "Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti". 8Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore.

9Questa è la storia di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio. 10Noè generò tre figli: Sem, Cam, e Iafet. 11Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza.

12Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.

13Allora Dio disse a Noè: "È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra. 14Fatti un'arca di legno di cipresso; dividerai l'arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori. 15Ecco come devi farla: l'arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza. 16Farai nell'arca un tetto e a un cubito più sopra la terminerai; da un lato metterai la porta dell'arca. La farai a piani: inferiore, medio e superiore.

17Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui è alito di vita; quanto è sulla terra perirà. 18 Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell'arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. 19Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina. 20Degli uccelli secondo la loro specie, del bestiame secondo la propria specie e di tutti i rettili della terra secondo la loro specie, due d'ognuna verranno con te, per essere conservati in vita. 21Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e raccoglilo presso di te: sarà di nutrimento per te e per loro". 22Noè eseguì tutto; come Dio gli aveva comandato, così egli fece.


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Capitolo 7


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1Il Signore disse a Noè: "Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. 2D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. 3Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. 4Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho fatto". 5Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato.

6Noè aveva seicento anni, quando venne il diluvio, cioè le acque sulla terra. 7Noè entrò nell'arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio. 8Degli animali mondi e di quelli immondi, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo 9entrarono a due a due con Noè nell'arca, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noè.

10Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra; 11nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. 12Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. 13In quello stesso giorno entrò nell'arca Noè con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli: 14essi e tutti i viventi secondo la loro specie e tutto il bestiame secondo la sua specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra secondo la loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati. 15Vennero dunque a Noè nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui è il soffio di vita. 16Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta dietro di lui.

17Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l'arca che si innalzò sulla terra. 18Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra e l'arca galleggiava sulle acque. 19Le acque si innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo. 20Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che avevano ricoperto.

21Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini. 22Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici, cioè quanto era sulla terra asciutta morì.

23Così fu sterminato ogni essere che era sulla terra: con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell'arca.

24Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni.


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Capitolo 8


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1Dio si ricordò di Noè, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici che erano con lui nell'arca. Dio fece passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono. 2Le fonti dell'abisso e le cateratte del cielo furono chiuse e fu trattenuta la pioggia dal cielo; 3le acque andarono via via ritirandosi dalla terra e calarono dopo centocinquanta giorni. 4Nel settimo mese, il diciasette del mese, l'arca si posò sui monti dell'Ararat. 5Le acque andarono via via diminuendo fino al decimo mese. Nel decimo mese, il primo giorno del mese, apparvero le cime dei monti.

6Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatta nell'arca e fece uscire un corvo per vedere se le acque si fossero ritirate. 7Esso uscì andando e tornando finché si prosciugarono le acque sulla terra. 8Noè poi fece uscire una colomba, per vedere se le acque si fossero ritirate dal suolo; 9ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, tornò a lui nell'arca, perché c'era ancora l'acqua su tutta la terra. Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di sé nell'arca. 10Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall'arca 11e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra. 12Aspettò altri sette giorni, poi lasciò andare la colomba; essa non tornò più da lui.

13L'anno seicentouno della vita di Noè, il primo mese, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; Noè tolse la copertura dell'arca ed ecco la superficie del suolo era asciutta. 14Nel secondo mese, il ventisette del mese, tutta la terra fu asciutta.

15Dio ordinò a Noè: 16"Esci dall'arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con te. 17Tutti gli animali d'ogni specie che hai con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perché possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa".

18Noè uscì con i figli, la moglie e le mogli dei figli. 19Tutti i viventi e tutto il bestiame e tutti gli uccelli e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo la loro specie, uscirono dall'arca. 20Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali mondi e di uccelli mondi e offrì olocausti sull'altare. 21Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: "Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto.

seme e messe,

freddo e caldo,

estate e inverno,

giorno e notte

non cesseranno".


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Capitolo 9


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1Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. 2Il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere. 3Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi dò tutto questo, come già le verdi erbe. 4Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue. 5Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello.

6 Chi sparge il sangue dell'uomo

dall'uomo il suo sangue sarà sparso,

perché ad immagine di Dio

Egli ha fatto l'uomo.

7 E voi, siate fecondi e moltiplicatevi,

siate numerosi sulla terra e dominatela".

8Dio disse a Noè e ai sui figli con lui: 9"Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza coni vostri discendenti dopo di voi; 10con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca. 11Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra".

12Dio disse:

"Questo è il segno dell'alleanza,

che io pongo tra me e voi

e tra ogni essere vivente che è con voi

per le generazioni eterne.

13 Il mio arco pongo sulle nubi

ed esso sarà il segno dell'alleanza

tra me e la terra.

14 Quando radunerò le nubi sulla terra

e apparirà l'arco sulle nubi

15 ricorderò la mia alleanza

che è tra me e voi

e tra ogni essere che vive in ogni carne

e non ci saranno più le acque

per il diluvio, per distruggere ogni carne.

16 L'arco sarà sulle nubi

e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna

tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne

che è sulla terra".

17Disse Dio a Noè: "Questo è il segno dell'alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra".

18I figli di Noè che uscirono dall'arca furono Sem, Cam e Iafet; Cam è il padre di Canaan. 19Questi tre sono i figli di Noè e da questi fu popolata tutta la terra.

20Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna. 21Avendo bevuto il vino, si ubriacò e giacque scoperto all'interno della sua tenda. 22Cam, padre di Canaan, vide il padre scoperto e raccontò la cosa ai due fratelli che stavano fuori. 23Allora Sem e Iafet presero il mantello, se lo misero tutti e due sulle spalle e, camminando a ritroso, coprirono il padre scoperto; avendo rivolto la faccia indietro, non videro il padre scoperto.

24Quando Noè si fu risvegliato dall'ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore; 25allora disse:

"Sia maledetto Canaan!

Schiavo degli schiavi

sarà per i suoi fratelli!".

26Disse poi:

"Benedetto il Signore, Dio di Sem,

Canaan sia suo schiavo!

27 Dio dilati Iafet

e questi dimori nelle tende di Sem,

Canaan sia suo schiavo!".

28Noè visse, dopo il diluvio, trecentocinquanta anni. L'intera vita di Noè fu di novecentocinquanta anni, poi morì.



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GLI APOCRIFI


Testi dell'Antico Testamento ai quali fu negato il riconoscimento della canonicità nonostante si appellassero, per ottenere maggiore credibilità, alle più importanti personalità del passato, da Enoc a Giobbe fino ad arrivare ad Adamo ed Eva. La maggior parte di questi apocrifi proviene dal periodo compreso tra il 300a.C. al 100a.C. e da questi sono estrapolati 3 miti del diluvio: il primo da "LA CAVERNA DEL TESORO" il secondo da " IL LIBRO DEI GIUBILEI" il terzo da "IL LIBRO ETIOPICO DI ENOC".




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LA CAVERNA DEL TESORO


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...Di tutti i figli di Seth restavano solo questi tre patriarchi sulla montagna del trionfo: Metusala, Lamech e Noè. Tutti gli altri se ne erano scesi nell’accampamento di figli di Caino. Quando Noè vide quanto era grande il peccato della sua stirpe, conservò la sua anima in verginità per cinquecento anni. Poi Dio gli parlò e gli disse: “ Sposa Haikal, la figlia di Namos e nipote di Enoc, il fratello di Metusala!” E Dio gli presentò la rivelazione sul diluvio, che intendeva provocare. E Dio gli parlò e disse:” Fra centotrenta anni, scatenerò un diluvio. Costruisci un’arca per la salvezza dei figli della tua casa! Ma costruiscila giù nell’accampamento dei figli di Caino!Il legno dovrà provenire dal Monte santo. Dovrà essere costruita nel modo seguente; la sua lunghezza di trecento braccia, delle tue braccia, la sua larghezza di cinquanta braccia e la sua altezza di trenta braccia! Sopra dovrai togliere un braccio. Vi farai tre stanze, quella inferiore per il bestiame d’allevamento e per quello selvatico, quella intermedia per gli uccelli e in quella superiore dimorerai tu con i figli della tua casa. Costruisci anche una camera per gli attrezzi e una per le vivande. Fatti anche una campana di ebano, che non sia tarlato. La sua lunghezza sia di tre braccia e la sua larghezza uno e mezzo. Da essa esca un batacchio. la suonerai tre volte al giorno, una volta al mattino, affinchè i lavoratori si raccolgano per la costruzione dell’arca, una volta a mezzogiorno, perchè pranzino, e una volta la sera perchè si concedano il riposo. Quando suonerai, essi udranno il suono delle campane e ti chiederanno: “Che cosa hai fatto?” e tu risponderai: “Dio farà venire un’inondazione”. E Noè fece quanto il Signore aveva comandato. Nel giro di cento anni nacquero tre figli: Sem, Cam e Jafet, ed egli scelse una moglie per loro tra le figlie di metusala. Lamech visse seicentosettanta anni e morì mentre suo padre Metusala era ancora in vita, quattordici anni prima del diluvio, il ventuno Elul, un giovedì nel sessantottesimo anno della vita di Sem, il primogenito di Noè. Lo unse allora il suo primogenito, Noè e lo seppellì suo padre Metusala. Lo seppellirono nella caverna del tesoro e lo piansero quaranta giorni.....(Raccomandazioni di Metusala prima di morire)....Ascolta Noè, tu benedetto del Signore! Ora io lascio questo mondo come tutti i miei padri. Quindi solo voi sarete salvati, tu, i tuoi figli, la tua mogli e le loro mogli. Fai tutto quello che io oggi ti avrò richiesto. Dio provocherà un diluvio. Ma quando sarò morto, ungi le mie spoglie e seppelliscimi nella caverna del tesoro, presso i miei padri. Prendi tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli e discendi da questo monte santo. Prendi con te le spoglie del nostro padre Adamo e queste tre offerte: oro, mirra e incenso, e colloca le spoglie di Adamo nel mezzo dell’arca e le offerte sopra di lui. Tu starai con i tuoi figli nella zona orientale dell’arca, tua moglie con le mogli dei tuoi figli in quella occidentale. Le vostre mogli non vi dovranno raggiungere, ne voi loro. Voi non dovete bere , nè mangiare con loro e nemmeno accoppiarvi fino a che non abbandonerete l’arca. Poichè questa stirpe ha provocato l’ira di Dio e non si è dimostrata degna di restare ospite del Paradiso e di cantare le lodi insieme agli Angeli. Ma una volta che sia defluita l’acqua del diluvio, abbandonate l’arca e dimorate in quella terra...Poi Noè entrò nell’arca e depose le spoglie di Adamo nel mezzo, e le offerte sopra di esse. L’anno nel quale Noè entrò nell’arca si compiva il secondo millennio, che a partire dalla discesa di Adamo giungeva sino al diluvio, come ci hanno tramandato i settanta saggi....Un venerdì, il settimo giorno del mese benedetto di Ijjiar, Noè entrò nell’arca. Il mattino del venerdì gli animali selvatici e il bestiame da allevamento entrarono nella parte inferiore, a mezzogiorno gli uccelli e tutti i vermi in quella intermedia e a sera Noè con i suoi figli nella zona orientale dell’arca, mentre sua moglie e le mogli dei suoi figli in quella occidentale. Le spoglie di Adamo furono poste nel mezzo, poichè rappresentano i misteri della chiesa... . Quando Noè fu entrato nell’arca, il diciassette Ijjiar, a sera, furono serrate le porte dell’arca. E Noè si ritrovò con i suoi figli in una triste prigionia. Quando furono serate le porte dell’arca, si aprirono le cateratte dl cielo, si spalancarono gli abissi e le masse dell’oceano, dell’immenso mare che circonda la terra. Quando si aprirono le cateratte del cielo e si spalancarono gli abissi della terra, fu lasciato libero corso ai venti le tempeste infuriarono e l’oceano si gonfiò e cominciò l’inondazione. Allora i figli di Seth, macchiati dall’impurità della lussuria, corsero all’arca e pregarono Noè di aprire loro le porte dell’arca. E quando videro le masse d’acqua che li circondavano e li sommergevano da ogni lato, furono presi dall’angoscia e cercarono di risalire sul monte del paradiso, ma non ci riuscirono. L’arca invece era ben chiusa e sigillata, e in cima al tetto stava l’angelo del Signore come un nocchiero. Quando i flutti cominciarono a mugghiare intorno alla gente, e questa iniziò ad annegare nella terribile e ribollente massa d’acqua, si adempivano su di loro le parole di Davide.....L’arca fu sollevata da terra dalla grande forza dell’acqua. Tutti gli animali annegarono, così come gli animali selvatici e gli uccelli, il bestiame ei vermi, proprio tutto quello che c’era sulla terra. E l’acqua del diluvio crebbe superando le cime delle più alte montagne, venticinque braccia secondo la misura dello spirito. I flutti circondarono l’arca e l’acqua la sollevò finchè giunse ai confini del Paradiso. Quando i flutti furono benedetti e purificati da Paradiso, si volsero indietro, baciarono le rocce del Paradiso e si accinsero alla devastazione di tutta ala terra. E l’arca volava sulle ali del vento sopra i flutti, da est a ovest e da nord a sud, descrivendo così una croce sulle acque. L’arca corse per centocinquanta giorni sulle acque, giungendo infine in una zona calma, nel settimo mese, cioè il diciassette Tishri, sul monte Kardo. Allora Dio comandò alle acque di dividersi, e le acque superiori tornarono nella loro sede in alto, nel cielo, da dove erano venute. Le acque che erano salite da sotto, dalla terra, ritornarono giù negli abissi sotterranei, e quelle dell’oceano ritornarono ad esso. Sulla terra restarono solo le acque che le erano state assegnate fin dall’inizio per le sue necessità. Esse continuarono a calare fino al decimo mese, Shebat. Il primo giorno di Shebat, tornarono visibili le cime delle più alte montagne, e dopo quaranta giorni, il dieci di Adar, Noè aprì la finestra orientale dell’arca e mandò fuori un corvo, che gli portasse notizie. Quello volò via e non ritornò più indietro.Quando l’acqua fu ancora un po’ diminuita sulla terra, egli fece uscire una colomba, ma essa non trovò nessun luogo dove fermarsi e tornò indietro nell’arca. Dopo sette giorni, egli fece di nuovo uscire la colomba, ed essa tornò di nuovo indietro, ma nel suo becco reggeva un ramoscello d’olivo....Nel seicentesimo anno della vita di Noè, il primo di Nisan, l’acqua cominciò ad asciugarsi sulla superficie di tutta la terra. Il secondo mese il diciassette Ijjiar, in una santa Domenica, avvenne l’uscita dall’arca. Uscirono fuori lui,, sua moglie ei suoi figli con le loro mogli. Quando erano entrati nell’arca si erano divisi, Noè con i suoi figli, sua moglie con le mogli dei suoi figli. E gli uomini non conobbero le mogli, finchè non lasciarono l’arca. In questo giorno uscirono dall’arca tutti gli animali selvatici, il bestiame, tutti gli uccelli e i vermi. Dopo che ebbero abbandonato l’arca, Noè intraprese la bonifica della terra. Costruirono anche una città e la chiamarono Temanon a causa degli otto uomini che erano usciti dall’arca. Quindi Noè costruì un altare e, sopra di esso, presentò al Signore un a offerta di animali e di uccelli puri. E Dio fu placato dall’offerta di Noè. Dunque strinse con lui un patto eterno e disse:”Non permetterò mai più che si verifichi un diluvio”.


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IL LIBRO DEI GIUBILEI


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...E nel venticinquesimo giubileo Noè si prese in moglie una donna di nome Esmara, figlia di Rakeel, figlia della sorella di suo padre nel primo anno nella quinta settimana di anni, e nel terzo anno gli generò Sem, e nel quinto anno gli generò Cam, e nel primo anno della sesta settimana di anni gli generò Jafet....E quando i figli degli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra, e furono loro generate delle figlie, avvenne che gli angeli di Dio le videro, in un anno di questo giubileo, (e si accorsero) che erano belle a vedersi. E se ne scelsero alcune tra le loro mogli e queste generarono loro dei figli, e costoro furono i giganti. E la violenza crebbe sulla terra, e ogni carne corruppe il suo cammino, dagli uomini al bestiame agli animali selvatici, agli uccelli a tutti coloro che camminano sulla terra. Tutti corruppero il loro cammino e i loro costumi e cominciarono divorarsi gli uni con gli altri, e la violenza crebbe sulla terra, e tutti i pensieri della conoscenza di tutti gli uomini erano malvagi tutti i giorni. E Dio vide la terra, ecco era corrotta, e ogni carne aveva corrotto i propri costumi, e tutti agivano malvagiamente di fronte ai suoi occhi, tutto quello che c’era sulla terra. Ed egli disse:” Voglio eliminare gli uomini ed ogni carne sulla superficie della terra”, che ho creato. E solo Noè aveva trovato grazia agli occhi di Dio... E dio disse che avrebbe eliminato tutto ciò che c’è sulla terraferma, dagli uomini al bestiame, agli animali selvatici, agli uccelli a tutto ciò che vive sulla terra...E comandò a Noè di costruirsi un’arca, perchè lo salvasse dall’acqua del diluvio. E Noè si costruì un’arca proprio come gli aveva comandato, ventiseiesimo giubileo di anni nella quinta settimana di anni, nel suo quinto anno. E vi entrò nel sesto anno, nel secondo mese, alla luna nuova del secondo mese fino al sedicesimo giorno, vi entrarono lui e tutto quello che noi conducemmo nell’arca, e Dio la chiuse dall’esterno la sera del ventisettesimo giorno. E Dio aprì le sette serrande del cielo e le bocche del profondo abisso, sette bocche. E le serrande incominciarono a riversare acqua dal cielo per quaranta giorni e quaranta notti, e anche le fonti dell’abisso fecero sgorgare acqua, fino a che l’intero mondo fu pieno d’acqua. E l’acqua salì sulla terra; l’acqua si sollevò quindici braccia sopra le più alte montagne, e l’arca si sollevò sulla terra e navigò sulla superficie delle acque. E le acque restarono sulla superficie della terra per cinque mesi, centocinquanta giorni. E l’arca navigò su di loro e si fermò sulla cima del Lubar, uno dei monti dell’Ararat. E nel quarto mese si richiusero le sorgenti del grande abisso, e si richiusero le serrande del cielo, e alla luna nuova del settimo mese tutte le bocche delle profondità della terra si aprirono e le acque cominciarono a discendere nelle profondità. E alla luna nuova del decimo mese riapparvero le cime dei monti, e alla luna nuova del primo mese ricomparve la terra. E le acque si dileguarono dalla terra nella quinta settimana di anni, nel settimo anno, e nel sedicesimo giorno del secondo mese la terra fu asciutta. E nel ventisettesimo giorno aprì l’arca e fece uscire gli animali selvatici e il bestiame e gli uccelli e quanto si muove...E alla luna nuova del terzo mese uscì dalla cassa e costruì un altare su un monte. E fece espiazione per la terra e prese un montone ed espiò col suo sangue tutte le colpe della terra; poichè tutto quello che esisteva su di essa era stato annientato, eccetto coloro che erano nell’arca con Noè. E presentò il suo grasso sull’altare e prese un vitello e un ariete e un agnello e capre e sale e una tortora e una giovane colomba e offrì un olocausto sull’altare e offrì una libazione, cotta nell’olio e fece un’aspersione con vino e ricoprì tutto con incenso e fece salire un buon aroma gradito a Dio. E Dio sentì il buon aroma e concluse con lui un’alleanza, perchè non ci fosse più un diluvio, che devastasse la terra....Ed Egli diede a Noè e ai suoi figli un segno, che non ci sarebbe mai più stato un diluvio sulla terra. Pose il suo arcobaleno fra le nuvole come segno dell’alleanza eterna, che non ci sarebbe mai più stato un diluvio sulla terra per la sua distruzione, per tutti i giorni della terra....


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IL LIBRO ETIOPICO DI ENOC


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...In quei giorni Noè vide che la terra si era inclinata e che la sua rovina era vicina. Mosse allora da là i suoi passi, sino ai confini della terra e gridò al suo avo Enoc. Per tre volte Noè disse con voce addolorata:” Ascoltami, ascoltami, ascoltami!”.Egli gli chiese; “ Dimmi, che cosa è successo alla terra, che è tanto stanca e sconvolta? Che non debba anch’io morire con essa!” E immediatamente ebbe luogo un forte terremoto; una voce si fece udire dal cielo, e io caddi sulla mia faccia. Venne allora il mio avo Enoc, si accostò a me e mi disse:” Perchè sei tanto triste ed hai gridato verso di me con voce piangente?” Dal cospetto del Signore è sortito un ordine riguardante coloro che abitano la terra ferma. Questa sarà la loro fine, perchè conoscono tutti i segreti degli angeli e la violenza di Satana, e tutte le potenze segrete e tutta la potenza di coloro che fondono immagini di metallo per tutta la terra; e anche come si estragga l’argento dalla polvere della terra e si ricavi dalla terra il metallo malleabile. Poichè piombo e stagno non si ricavano dalla terra come il primo; c’è una fonte che li genera, e un angelo sta in essa e quest’angelo è eccellente”. Allora il mio avo mi prese per mano, mi risollevò e mi disse:” Và! Ho interrogato il Signore degli spiriti al proposito di questo terremoto. Mi ha detto: a causa della loro ingiustizia è stato decretato questo giudizio definitivo sui peccatori, e non calcolo più i mesi in cui essi hanno ricercato e hanno potuto apprendere che la terra con i suoi abitanti sarebbe stata distrutta. Per essi non è possibile nessuno scampo per l’eternità, perchè gli angeli hanno insegnato loro i segreti, ed essi saranno giudicati. Ma per quanto ti riguarda figlio mio, il Signore degli spiriti sa che tu sei puro e innocente in relazione a quest’accusa riguardante i segreti svelati. Egli ha assegnato un’eterna durata al tuo nome tra i santi; ti conserverà tra gli abitanti della terra ferma, ha stabilito per i tuoi discendenti che dominino nella giustizia destinandoli ad una grande gloria. e dal loro seme sorgerà una fonte di innumerevoli giusti e santi per sempre”....Poi Enoc mi mostrò gli angeli del castigo, che sono gia preparati a venire e a sciogliere tutte le forze delle acque sotterranee, per portare il giudizio e la distruzione su tutti coloro che abitano e stanno sulla terra ferma.Il Signore degli spiriti diede agli angeli che uscivano l’ordine di non sollevare le loro mani, ma di attendere, poichè quegli angeli erano preposti alla forza delle acque. Allora io mi allontanai dal cospetto di Enoc....In quei giorni la parola di Dio mi raggiunse e mi disse:”Noè, ecco il tuo comportamento è giunto dinanzi a me, un comportamento senza macchia, un comportamento improntato ad amore e giustizia. Ora gli angeli innalzeranno una costruzione di legno, e quando essi avranno compiuto quel lavoro, io porrò su di esso la mia mano e lo proteggerò. Nè sorgerà un seme di vita, la terra muterà e non resterà senza uomini. Assegnerò un’eterna durata alla tua discendenza di fronte a me, e non coltiverò più il progetto di distruggere coloro che abitano presso di te sulla superficie della terra; la tua discendenza sarà invece benedetta e si moltiplicherà sulla terra nel nome del Signore”...



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IL MITO GRECO DEL DILUVIO

"DEUCALIONE E PIRRA"


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Il racconto del diluvio ha trovato una sua particolare collocazione anche nella mitologia greca; Un giorno Zeus, (Quando Zeus volle far scomparire la stirpe dell’età del bronzo) circondato dagli altri dei, guardando sdegnato l'empie dei mortali, disse di volerli distruggere. E gia si accingeva a spargere fulmini su tutta la terra; ma gli venne il timore che l'etere sacro potesse incendiarsi, con tutto quel fuoco, e che potesse ardere il lungo asse del mondo. Si ricordò che anche nel destino era scritto che un tempo sarebbe venuto in cui il mare sarebbe arso, sarebbe arsa la terra, travolgendo la reggia del cielo, e la mole faticosa del mondo avrebbe vacillato. Le armi fabbricate dalle mani dei Ciclopi vengono allora riposte; si decide una pena diversa: distruggere il genere umano con l'acqua, rovesciando pioggia da tutto il cielo. Gli uomini consapevoli cominciarono a fare riti e preghiere, ma il dio non li ascoltò. Subito rinchiude negli antri di Eolo Aquilone, e ogni altro vento che disperda gli ammassi di nubi. Libera invece Noto che vola fuori sulle sue ali madide, col volto terribile avvolto di caligine nera come pece: la barba è greve di nembi, grondano d'acqua i bianchi capelli, sulla fronte si stendono nebbie, sgocciolano le penne e le vesti; e a un tratto preme con vasto gesto le nuvole sospese nell'aria: echeggia un gran tuono, e fitta pioggia scroscia giù dal cielo. Ammantata di vari colori, Iride, messaggera di Era, attinge acqua e apporta alimento alle nuvole. Le messi sono travolte,il contadino piange vedendo stese al suolo le sue speranze e distrutta tutta la fatica di una lunga annata. Ma Zeus, nella sua ira, non si accontenta dei mezzi del cielo, suo regno. Nettuno, il suo azzurro fratello, gli presta man forte con altra acqua. Questi convoca i fiumi, di cui è signore, e non appena essi si presentano alla sua reggia, dice loro di spandere ovunque tutte le loro acque. Così ordina, e quelli tornano alle loro case e spalancano le bocche delle sorgenti e si precipitano a corsa sfrenata verso il mare. Lui, il dio, percuote la terra col suo tridente, e la terra trema, e le scosse spianano la via alle acque.Traboccando i fiumi si gettano nell'aperta campagna , e travolgono sementi e piante,e greggi e uomini e abitazioni , e portano via cappelle e sacri arredi.Anche se qualche casa rimane e riesce a reggere a tanta furia senza crollare, le acque la superano e sommergano il tetto, e le torri non si vedono più, premute sotto i gorghi. E ormai non c'e' più differenza tra mare e terraferma.Tutto e' ormai mare, un mare senza sponde.(Zeus allora, riversata dal cielo abbondante pioggia, sommerse la maggior parte della Grecia, così che morirono tutti gli uomini, tranne pochi che insieme si rifugiarono sugli alti monti vicini. Allora i monti della Tessaglia si aprirono separandosi e le regioni al di fuori dell'Istmo e del Peloponneso si mescolarono insieme tutte quante). Uno si ritira sopra un'altura ,un altro, seduto in una barca adunca, rema, sul punto dove poco prima arava; quello naviga sopra i campi di grano o sopra il tetto della villa sommersa, questo afferra un pesce in cima a un olmo. Secondo il caso, l'ancora si conficca in un verde prato oppure la carena sfiora il disopra di una vigna, e dove prima brucavano l'erba le gracili caprette, ora depongono il loro corpo le tozze foche. Stupite contemplano le Nerèidi sott'acqua i boschi e le città con le case, e i delfini si aggirano per le selve e urtano contro gli alti rami, percuotono e squassano le querce. Nuota il lupo tra le pecore, la corrente trascina i leoni, trascina le tigri, e al cinghiale travolto a nulla più serve la forza fulminea, a nulla più servono al cervo le zampe veloci, e dopo avere a lungo cercato una terra su cui posarsi, stancatesi le ali, l'uccello sperso precipita in mare. L'immenso gonfiarsi del mare ha ormai coperto le alture, e i flutti -cosa mai vista- si frangono contro le vette dei monti. A Ftia Deucalione e Pirra, (Deucalione fu figlio di Promèteo. Questi, che regnava sulle regioni intorno a Ftia, sposò Pirra, figlia di Epimèteo e Pandora, la prima donna che gli dei generarono,....su suggerimento di Promèteo, Deucalione, costruita una barca e messo in essa il necessario per vivere, vi si imbarcò con Pirra.) esseri onesti e benvoluti dagli dei, si salvarono riparandosi in un'arca e salvarono coppie di animali. La stragrande maggioranza degli uomini è portata via dalle onde; quelli risparmiati dalle onde, li doma, mancando il cibo, il lungo digiuno.La Fòcide separa la regione degli Aoni dalla regione dell'Eta. Terra ferace, finchè era stata terra, ma, in quel momento, parte di mare e vasta distesa di acque cresciute all'improvviso. Lì un monte si leva altissimo con due cime verso le stelle: si chiama Parnaso, e le sue vette sovrastano le nuvole. Fu in questo luogo (l'unico non sommerso) che Deucalione approdò con l'arca insieme alla sua compagna di letto, e subito si misero insieme a pregare le ninfe della grotta Coricia e le divinità della montagna e Temi, la dea che predice il destino e che era a quel tempo signora dell'oracolo. Mai ci fu uomo più buono di lui e più amante della giustizia,mai ci fu donna più timorata di lei. E Zeus,quando vide il mondo allagato, ridotto a una palude stagnante, quando vide che di tante migliaia di uomini che c'erano poco prima non erano scampati che quelli, due esseri innocenti, due esseri devoti, squarciò la cappa di nubi e, dispersi i nembi con Aquilone, rimostrò al cielo la terra, e alla terra il cielo.

"Si rabboniscono l'onde marine

e riposto il tridente

l'acque accarezza Nettuno

chiamando l'azzurro Tritone,

che sopra il mare sporgeva col busto

coperte le spalle delle conchiglie native,

e gl'impone che suoni la tromba

e che, dando il segnale, finalmente richiami

i torrenti ed il mare;

prende Tritone il concavo strumento

che si allarga a spirale,

e che stando nel mezzo dei flutti

riempie del suono le spiagge giacenti

dove il mattino si leva e la sera nascondesi il sole:

toccò la conchiglia le labbra del nume

e sonò, come volle Nettuno;

la ritirata fu udita dall'onde marine e terrestri;.

e quante udiron l'invito

costrinse a tornare nel letto;

diminuiscono i fiumi,

si vedono emergere i colli,

cingono il mare le spiagge,

ritornano i rivi pur gonfi

dentro nei letti, la terra rinasce

e, abbassandosi l'acque,

sorgono i campi e si mostran

le cime nude dei boschi

coi rami che son coperti di fango".

(Cesso' anche la furia del mare. Deposta la sua arma a tre punte, il dio delle acque rabbonì le onde e chiamò l'azzurro Tritone - che sporge fuori dai gorghi con le spalle incrostate di conchiglie- e gli ordinò di soffiare nella bùccina sonora per far rientrare ormai, con quel segnale, i flutti e i fiumi. E Tritone prese la sua bùccina cava e ritorta, che dalla punta si allarga in su a spirale , la bùccina che, quando le si dà fiato in mezzo al mare, riempie del suo rimbombo le coste a levante e a ponente. Anche allora, come egli la portò alla bocca imperlata di gocce tra la barba bagnata e vi soffiò dentro suonando, come ordinato, la ritirata, la udirono tutte le acque della terraferma e del mare e tutte, uditala, rientrarono ubbidienti. I fiumi calano e si vedono rispuntare i colli, il mare riacquista un lido, i letti riaccolgono i fiumi , anche se gonfi; la terra emerge, ricrescono i luoghi col decrescere delle acque, e dopo la lunga notte i boschi mostrano le loro cime spoglie, reggendo ancora sui rami residui di fango). Il mondo era tornato come prima. E Deucalione, quando lo vide deserto, con i profondi silenzi che regnavano sulle distese desolate, così parlò a Pirra, con gli occhi inumiditi di lacrime: "Sorella mia, moglie mia, unica donna superstite, a cui mi hanno unito dapprima la comunanza di stirpe e il fatto che siamo cugini, poi mi hanno unito le nozze ed ora mi unisce il pericolo stesso, di tutte le terre che si stendono da levante a ponente noi due siamo tutta la popolazione:il resto se l'e' preso il mare. E ancora non possiamo stare del tutto tranquilli per la nostra vita . Ancora mi offusca la mente la visione di quelle nuvole spaventose. In che stato d'animo saresti ora, poverina, se fossi scampata alla morte senza neppure me? Come riusciresti da sola a sopportare la paura? Con chi potresti sfogare il tuo dolore? Io, credimi, se il mare avesse inghiottito anche te, ti avrei seguito, moglie mia, e il mare avrebbe inghiottito anche me. Oh se avessi la dote di mio padre, di plasmare della terra e infondervi la vita, e potessi rifare i popoli! Ora il genere umano è ridotto a noi due, così è parso agli dei, e noi siamo gli ultimi esemplari". Così disse, e piangevano. Decisero di pregare la potenza celeste e di chiedere aiuto al sacro oracolo. Subito si accostarono entrambi alla corrente del Cefìso, non ancora limpida, ma che già filava nel suo letto usuale. Attinsero dell'acqua, si spruzzarono le vesti e il capo, e quindi volsero il passo verso il tempio della santa Temi. Il tetto era sporco di pallido muschio, non c'era fiamma sugli altari.Come giunsero ai gradini del tempio, ambedue si buttarono in ginocchio chinandosi fino a terra, baciarono pieni di timore la gelida pietra e dissero:"Se alle giuste preghiere le divinità si rabboniscono, se l'ira degli dei si placa, dicci, o Temi, con quale mezzo si può rimediare alla rovina della nostra specie, e soccorri, o mitissima, il mondo sommerso". La dea si commosse e dette questo responso:

"Di qui andate, la testa ricoprite,

sciogliete le vesti e gettatevi l'ossa

della gran madre di dietro la schiena;

stupirono a lungo finché Pirra

rompendo per prima il silenzio

ricusa obbedienza alla diva

e domanda con timidi accenti

che la perdoni, e paventa,

gettando quell'ossa, insultare

l'ombra materna;

frattanto ripetono seco il responso

scuro pel vel che l'avvolge

e lo vanno tra sé meditando.

Deucalione consola con dolci parole

la moglie: o m'inganna la mente

0 l'oracolo è santo, soggiunge,

nè consiglia cose empie:

la terra, la terra è la madre!

credo che i sassi si dicano

l'ossa del corpo terrestre:

ci si comanda che i sassi

si lancino dietro la schiena.

("Andando via dal tempio velatevi il capo e slacciatevi le vesti e gettatevi dietro le spalle le ossa della grande madre". Rimasero per lungo tempo ammutoliti dallo stupore. Poi Pirra ruppe per prima il silenzio dicendo che si rifiutava di ubbidire e pregando con voce tremante la dea di perdonarla , ma aveva paura di offendere l'ombra di sua madre, a disperderne le ossa. E continuarono a ripetersi dentro di sé le parole del responso, oscure, tenebrose, e a rimuginarvi sopra.Ma a un tratto Deucalione, figlio di Prometeo, fece alla figlia di Epimeteo questo consolante discorso:" Forse m' inganno, ma forse ho capito e il responso non è empio e non ci esorta a nessun sacrilegio. La grande madre è la terra; per ossa, penso, vanno intese le pietre, che stanno nel corpo della terra: sono queste che noi dobbiamo gettarci dietro le spalle "). La figlia del Titano rimase scossa dall'interpretazione del marito; eppure non osavano sperare, tanto ambedue trovavano incredibile il consiglio divino. Ma che male c'era a tentare? S'incamminarono e si velarono il capo e si slacciarono le vesti, e lanciarono all'indietro dei sassi, ubbidendo al responso, sulle proprie orme. I sassi - chi lo crederebbe se non lo attestasse una tradizione così veneranda?- cominciarono a perdere la loro fredda durezza, ad ammorbidirsi a poco a poco. I sassi gettati da Deucalione divennero uomini, quelli di Pirra donne. E la terra fu ripopolata.



ELIMINATO L'IMPOSSIBILE,CIO' CHE RESTA,PER IMPROBABILE CHE SIA,DEVE ESSERE LA VERITA'!

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