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Haiti e l'arma sismica

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2010 18:08
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10/02/2010 18:08

Haiti e l'arma sismica

Pubblichiamo un articolo di Thierry Meyssan di Réseau Voltaire ed intitolato "Haiti e l'arma sismica". Il testo, scelto e tradotto da Matteo Bovis di www.comedonchisciotte.org, si sofferma sulla possibilità che il terremoto occorso nello stato di Haiti sia stato di origine artificiale. L'inchiesta, scevra da sensazionalismi, focalizza l'attenzione sulle armi sismiche impiegate dai Sovietici e dagli Statunitensi e, pur accennando solo al sistema H.A.A.R.P., lo inquadra nel corretto contesto delle inquietanti manipolazioni climatiche, meteorologiche e tettoniche. Un'affermazione di Meyssan ci lascia perplessi, ossia la seguente: "Nulla differenzia un sisma artificiale da un sisma naturale, tuttavia non si è in grado di causare che sismi superficiali, come quello di Haiti". Riteniamo che la profondità dell'ipocentro tipica dei terremoti artificiali, profondità corrispondente a 10 kilometri, sia già un indizio per stabilire che il sommovimento è causato con armi ad hoc. Altre peculiarità concernenti i prodromi del sisma, le caratteristiche delle onde sismiche etc. possono contribuire a stabilire l'origine del terremoto.

La polemica aperta dalla pubblicazione sul nostro sito di un articolo che evocava la possibile origine artificiale del terremoto nello stato di Haiti richiede qualche precisazione.

Sì, l'arma sismica esiste e gli Stati Uniti, tra gli altri, ne sono in possesso. Sì, le forze armate statunitensi erano già in posizione pronte a dispiegarsi sull'isola. Ciò non è sufficiente per giungere a conclusioni, ma merita una riflessione.

Con la pubblicazione dell'articolo Gli Stati Uniti hanno provocato il terremoto ad Haiti?", il nostro obiettivo è stato quello di rilanciare una questione che agita gli ambienti militari e mediatici in molti paesi, ma che è ignorata in altri [1].

Ciò non equivale ad una presa di posizione. Semplicemente, fedeli al nostro metodo, anche se spesso mal compreso, riteniamo che non si possano capire le relazioni internazionali, se non studiando quello che pensano i dirigenti del pianeta. Il conformismo diffuso fa sì che, quando rendiamo conto dei dibattiti che si svolgono a Washington nessuno si offende, ma quando riferiamo dei dibattiti nei paesi non allineati assistiamo ad una levata di scudi in Europa. E' come se gli Europei giudicassero a priori che solo i problemi "occidentali" siano pertinenti e che le altre siano irragionevoli.

Uno dei nostri collaboratori ha cercato di rintracciare l'origine dell'accusa secondo la quale il terremoto nello stato di Haiti potrebbe essere artificiale. Si è preoccupato che si potesse trattare di pura disinformazione, iniziata da un certo David Booth (alias Sorcha Faal), che si sarebbe propagata negli ambienti di governo mondiali. In definitiva, non sappiamo con certezza quale sia la fonte iniziale, ma sappiamo che la questione viene dibattuta ai massimi livelli in numerosi stati in America meridionale, in Europa ed in Asia.

In qualità di responsabile della pubblicazione del Réseau Voltaire, ho scelto di tradurre il servizio di ViveTV, che era stato redatto sotto forma di comunicato sul sito web del Ministero dell'Informazione in Venezuela e di pubblicarlo con il video di Russia Today, facendoli precedere da una nota preliminare:
"Stranamente, la fonte televisiva venezuelana indica come fonte delle sue accuse l'esercito russo, mentre la televisione russa indica come origine delle stesse accuse il presidente Chavez.".

Se questi elementi sono stati ripresi fedelmente da numerosi giornali, specialmente in Medio Oriente, essi sono stati deformati dalla stampa atlantista che si è basata sull'articolo di Sorcha Faal. Questi ha estratto dei passaggi dal testo di ViveTV e li ha posti tra virgolette in bocca al presidente Chavez. Quella che era un'ipotesi di lavoro è diventata allora una posizione governativa. Alcuni di questi giornali si sono spinti ancora più lontano, inventando di sana pianta il contesto nel quale il presidente venezuelano si sarebbe pronunciato, in modo da concludere che il presidente ed il suo uditorio erano in preda a delirio anti-americano acuto e che il Réseau Voltaire condividesse la stessa patologia.

Non lasciamoci intimidire da questa manipolazione e approfondiamo l'ipotesi.

Che cosa sappiamo al momento dell'arma sismica?

Durante la Seconda guerra mondiale, alcuni ricercatori neozelandesi hanno tentato di creare una macchina in grado di provocare tsunami che potesse essere usata contro il Giappone. I lavori furono diretti dall'australiano Thomas Leech dell'università di Auckland, sotto il nome di "Progetto Seal". Furono compiuti numerosi esperimenti su piccola scala, nel 1944-45, a Whangaparaoa. Gli esperimenti furono coronati da successo.

Gli Stati Uniti consideravano questo programma tanto promettente quanto il "progetto Manhattan" per la fabbricazione della bomba atomica. Fu designato il dottor Karl T. Compton per collegare le due unità di ricerca. Compton era il presidente del M.I.T. [Massachusets Institute of Technology, n.d.t.]. Aveva già reclutato numerosi esperti per lo sforzo bellico ed era una delle otto persone incaricate di consigliare il presidente Truman sull'uso della bomba atomica. Egli pensava che la bomba avrebbe potuto fornire l'energia necessaria all'équipe di Leech per provocare grandi tsunami.

I lavori di Thomas Leech proseguirono durante la Guerra fredda. Nel 1947, Giorgio VI innalzò lo scienziato alla dignità di Cavaliere dell'Impero britannico per ricompensarlo di avere costruito una nuova arma. Essendo il Progetto Seal ancora un segreto militare, non fu rivelato all'epoca che Leech aveva ricevuto un'onorificenza per la bomba a tsunami. In seguito, i servizi statunitensi si sono applicati affinché si credesse che queste ricerche non fossero mai esistite e che tutto fosse una finzione per impressionare i Sovietici. Tuttavia, l'autenticità degli esperimenti di Leech è stata stabilita, nel 1999, quando una parte della documentazione è stata declassificata dal ministero neozelandese degli Affari esteri. Ufficialmente, ora gli studi sono stati ripresi all'università di Waikato [2].

Si ignora se le ricerche anglo-sassoni siano proseguite negli anni '60, ma esse sono per forza ricominciate, quando fu deciso di abbandonare i test nucleari nell'atmosfera a vantaggio dei test sottomarini. Gli Stati Uniti temevano di provocare involontariamente terremoti e tsunami. Volevano saperlo fare volontariamente.

Ufficialmente, alla fine della guerra del Vietnam, gli Stati Uniti e l'Unione sovietica hanno rinunciato alle guerre ambientali (terremoti, tsunami, distruzione dell'equilibrio ecologico di una regione, modificazioni delle condizioni atmosferiche - nubi, precipitazioni, cicloni e uragani - modificazioni delle condizioni climatiche, delle correnti oceaniche, dello strato di ozono o della ionosfera), firmando la "Convenzione sul divieto di impiego di tecniche di modificazione dell'ambiente per scopi militari o per altri fini ostili" (1976).

Tuttavia, a partire dal 1975, l'U.R.S.S. ha cominciato nuove ricerche di Magnetoidrodinamica (MHD). Si trattava di studiare la crosta terrestre e di prevedere i terremoti. I Sovietici studiarono la possibilità di provocare piccoli terremoti per evitarne uno grande. Tali ricerche furono ben presto militarizzate. Sfociarono nella costruzione di Pamir, la macchina per i terremoti.

All'epoca della disgregazione dell'U.R.S.S., alcuni responsabili del programma decisero di passarlo agli Stati Uniti per denaro, ma essendo la loro ricerca incompiuta, il Pentagono rifiutò di pagare. Nel 1995, quando la Russia era governata da Boris Eltsin e dall'oligarca Victor Chernomyrdin, l'US Air Force reclutò i ricercatori e il loro laboratorio a Nijni Novgorod. Vi costruirono una macchina molto più potente, Pamir 3, che fu sperimentata con successo. Il Pentagono acquisì allora gli uomini ed il materiale e li trasportò negli Stati Uniti dove furono integrati nel programma H.A.A.R.P.



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