il poliziotto Maurizio Cudicio e la sua lettera ai manifestanti notav

(richard)
00domenica 4 marzo 2012 23:43
Ciao manifestante, chi ti parla è quello 'sbirro' che odi e che vorresti vedere morto"
scrive il sovrintendente della PS di Trieste Maurizio Cudicio su Facebook. E prosegue:
"Mi chiama mia moglie preoccupata per le notizie che ascolta incessantemente al tg, le dico di stare tranquilla e che andra’ tutto bene , per tranquillizzarla le dico che sono lontano dalla confusione. Le chiedo di dare un bacio ai miei figli e rassicurare i nostri parenti.



Manifestante, credimi siamo cittadini come te, siamo fatti di carne e ossa. Sai benissimo che questa guerra tra poveri e la sua strumentalizzazione non porterà alcun beneficio. Manifestare è un diritto certo , ma anche noi appartenenti alle forze dell’Ordine abbiamo diritto alla nostra dignità e vorremmo alla fine del nostro servizio poter rivedere i nostri cari.
Ti chiedo di ascoltarmi, protesta in tutti i modi che ritieni opportuni, ma non usare la violenza e se lo fai, pensa ai tuoi cari quanto ai nostri. Penso che questo progetto TAV procederà; voglio dirti che noi non saremo mai contro di te, ma non chiederci di farci da parte".

Cudicio non è un agente alle prime armi, è un sovrintendente della PS quasi cinquantenne, impegnato in politica (candidato in una lista civica di destra nel 2009), sindacalista, fondatore del Movimento poliziotti, e già nel 2010 scrisse una lettera ai manifestanti, questa volta agli studenti che protestavano contro la riforma Gelmini, molto simile a quella apparsa in Facebook.

“Io poliziotto, sono figlio e padre e quando finisco di lavorare torno a casa dalla mia famiglia. Mia moglie mi chiama al cellulare e mi dice di non fare tardi che la cena è quasi pronta. Io contento la tranquillizzo e le dico che tornerò prima possibile. Passano le ore e mi ritrovo in ospedale con la testa rotta. Studente, mi rivolgo a te, io sono consapevole che non sei stato tu, tu hai tutte le ragioni del mondo di manifestare per i tuoi diritti, ma quello che non sai forse è che noi poliziotti siamo con voi, siamo dalla vostra parte e non siamo contro nessuno”.

Ma perché in tutto questo buonismo il sovrintendente Cudicio esordisce rivolgendosi ai manifestanti nella convinzione che questi (tutti?) lo vorrebbero vedere morto? Da cosa gli giunge questa convinzione? Una lettera che vorrebbe aprire un dialogo con la controparte (ma già, i manifestanti non sono la controparte, siamo con voi studenti, diceva Cudicio nel 2010) come può iniziare con una battuta così pesante?
forse perché la conclusione è "non chiederci di farci da parte".
appunto.

Claudia
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