Debito pubblico: forza Monti, che batti Amato

(richard)
00mercoledì 3 ottobre 2012 23:50
Tutti auspicano il “Monti bis”: in Italia si premiano sempre i peggiori. E se siamo senza alternative, che ci andiamo a fare alle urne?

Forse ricorderete l’interessante specchietto pubblicato su Crisis qualche mese fa, quello che riepilogava tutta la storia del nostro debito pubblico mettendo in fila i governi responsabili. Scoprimmo che il detentore del record, con 10 punti di aumento del debito sul PIL in un anno appena, è Giuliano Amato. Talmente è esperto di debito, che è stato chiamato da Monti come tecnico per la spending review: in Italia si sa che i peggiori sono sempre premiati.

Così come tutti si affollano per cercare di premiare Mario Monti. I partiti sgomitano per essere i primi a proporre il “Monti bis”, come se fosse una garanzia di benessere e prosperità per il Paese destinata a portar loro caterve di voti. Litigare per il privilegio di sostenere colui che si sta candidando, se non alle elezioni (il tipo è disposto a comandare, sì, ma purché ciò non avvenga per volontà popolare), a battere il record di Amato è quantomeno curioso: quando Monti è salito al potere, il debito/PIL era al 119%, nel 2012 finirà al 126,4 e nel 2013 arriverà al 127,1. 8 punti contro i 10 di Amato, questo sì che è insidiare un primato.

E infatti giù applausi ed endorsement. Nessuno si fila la Corte dei Conti (nessuno se l’è mai filata, peraltro), quando alla Camera lancia un grido di allarme sulla situazione italiana, dove tra rigore e austerità si sta affossando l’economia e il futuro del Paese. La strategia del governo è completamente sbagliata, e vorrebbero invece propinarcela per altri 5 anni come se fosse una panacea. Certo, per i partiti è un buon sistema per delegare qualcun altro alle responsabilità mentre loro continuano a godere del poteruccio locale; è inoltre la via maestra per tenere a bada l’Europa, la BCE e tutto il giro finanziario che pare avere stima di Monti molto più dei possibili altri leader politici.

Resta da vedere se il gioco vale la candela. Ovvero se gli elettori se la berranno, che il Monti bis è tanto bello e buono e che non c’è alternativa. Così come non c’è alternativa all’euro, al liberismo, alle privatizzazioni, alle riforme, alla morte del welfare eccetera eccetera. Ci hanno lasciato insomma senza alternative, e il dubbio finale è: ma allora, che ci andiamo a fare alle urne?
tzetze.it
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