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Il Mistero di Babbo Natale

Ultimo Aggiornamento: 30/12/2013 15:35
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30/12/2013 15:33

Negli ultimi anni la cultura pop ci ha portato a crede due cose: Babbo Natale/Santa Clause è una invenzione della Coca Cola ed è una versione moderna di San Nicola, vescovo di Mira vissuto in tempi molto antichi in Turchia, ed oggi patrono di Bari e di Amsterdam. Per questo motivo in molte zone d’Europa Babbo Natale è ancora rappresentato in abiti da vescovo.

In realtà il vecchietto con la barba ha una origine molto più oscura ed antica, e le versioni di San Nicola (o San Basilio in Grecia) o quello propagandato dalla Coca Cola nel mondo sono solo modernizzazioni di questo personaggio…

Non è un caso infatti se automaticamente si associa Babbo Natale alla Coca Cola ed agli USA e se i nostri nonni ci raccontano che quando erano bambini loro non c’era nessun Babbo Natale ma al massimo la Befana: effettivamente la tradizione di San Nicola a Natale nelle regioni Mediterranee non era conosciuta, erano i Re Magi (come in Spagna e Portogallo) a portare i doni, o la Befana, nello stesso giorno dei tre saggi orientali che omaggiarono Gesù con regali. Santa Claus è il retaggio poi cristianizzato di una usanza pagana nordica dell’europa centro-settentrionale e degli anglosassoni discendenti dagli stessi antenati di Tedeschi o Scandinavi. Tutti questi antichi popoli germanici adoravano come somma divinità Wotan-Odino, Re degli Dei, Saggio Stregone, potente guerriero, protettore dei viandanti, conoscitore dei misteri profondi della vita e della morte. Wotan era solito apparire nel mondo terreno in occasioni ben precise ed una delle sue preferite era Yule, la festa del Solstizio d’Inverno, celebrata da molti popoli nel periodo tra il 21 e la fine di dicembre, le nostre feste Natalizie per intenderci. Wotan era solito guidare una “caccia selvaggia” in quelle notti speciali, un corteo di spiriti, guerrieri, dei e demoni che vagavano nel mondo dei mortali che rischiavano di perire se li incontravano. I genitori raccontavano ai figli che il Dio Wotan nella notte del Solstizio, la notte in cui dopo il lungo calare delle tenebre il sole iniziava a riguadagnare terreno sulle forze dell’oscurità (fino al 21 dicembre i giorni si accorciano poi iniziano ad allungarsi fino al 21 giugno), avrebbe portato regali ai bambini buoni e picchiato quelli cattivi.

I feroci germani non transigevano certo su certe tematiche educative ed a quei tempi il vecchio con la barba era nientemeno che il Re degli Dei che non esitava a punire fisicamente i bambini cattivi!

Il cristianesimo dovette lottare per imporsi su queste religioni, per questo motivo, le due tradizioni convissero insieme a lungo: la religione cristiana non contemplava il Natale all’inizio che venne introdotto per convincere i Pagani ad adorare Gesù Luce del Mondo e non il Sole come entità divina. Per questo per molto tempo il vecchio con la barba continuò ad essere presente nella memoria di molti germani cristianizzati finché la tradizione cristiana non trovò il modo di assimilarlo con San Nicola. Fu così che nel tempo il Dio Barbuto venne assimilato prima ad un mite uomo di chiesa e poi al bonario vecchio che conosciamo oggi, dedito solo a portare regali. Un parallelo simile è il Babbo Natale russo, detto Ded Moroz, Nonno Gelo, che ai tempi degli antichi Slavi era Morozco un temutissimo demone che congelava le persone, mentre con il tempo divenne il portatore di regali a Natale.

Furono poi gli immigrati di origine nordeuropea a diffondere questa tradizione negli Stati Uniti (proprio come quelli di origine britannica ed irlandese diffusero la tradizione celtica di Halloween) e da lì la macchina del marketing lo trasformò nel personaggio fortunato che conosciamo oggi.

Senza dubbio però Babbo Natale conserva ancora i tratti di quell’essere misterioso e magico, circondato da creature fatate, a metà strada tra un demone ed una divinità antica che il cristianesimo ha imbrigliato e reso mite. Quella barba e l’aspetto di un vecchio è un chiaro richiamo all’anno che finisce ed alla stagione invernale, associata alla vecchiaia e la sua vocazione verso i bambini è una metafora del vecchio che lascia il posto al nuovo, dell’inverno freddo e spoglio che cede il passo alla primavera. Babbo Natale è un simbolo di speranza di quelle antiche genti che vivevano nei freddi rigori dell’Europa del Nord con i suoi inverni bui e congelati, un vecchio ricordo di epoche dure e difficili, in cui anche il più piccolo regalo era qualcosa di grande valore. La tradizione Italiana ha incarnato lo stesso mistero di morte e rinascita, di speranza e di ritorno nella Befana, solo femminilizzandola, probabilmente perché in epoche remotissime le civilità mediterranee erano orientate su una società più matriarcale di cui ne è rimasto ricordo nel culto della Vergine o meglio delle tante Vergini e Madonne che affollano l’Italia.

Sicuramente questo mistero e questo messaggio va ricordato, così come i cristiani ricordano a Natale lo stesso messaggio di rinascita con il Bambino Gesù e come gli antichi lo facevano con la rinascita del sole. Il mistero sembra impenetrabile, ma non lo è: state allegri perché anche le tenebre ed il gelo più fitti hanno una fine, ma quando arriva il bel tempo ricordatevi di fare i bravi, perché il gelo tornerà e potrà punirvi.

by:Vincenzo Romano
[Modificato da (richard) 30/12/2013 15:35]

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