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Chi vuole terrorizzare l’America? Le tre piste battute

Ultimo Aggiornamento: 16/04/2013 22:35
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16/04/2013 22:35


di Damiano Beltrami

Un lupo solitario? Estremisti americani. Islamisti? Ancora tutte aperte le ipotesi sui colpevoli

NEW YORK – Si naviga a vista. Come ha sottolineato questa mattina il presidente Barack Obama in una dichiarazione, non ci sono ancora prove o indizi forti per capire chi sia dietro agli attentati terroristici di ieri alla maratona di Boston in cui hanno perso la vita tre persone e 176 sono rimaste ferite. Ma mentre sale la psicosi di altri attacchi in tutto il Paese, le piste più accreditate dal Fbi e dagli esperti di terrorismo sembrano essere tre.

La prima è quella dell’atto di un lupo solitario, uno squilibrato che ha operato in autonomia, un nuovo unabomber americano (o di altra nazionalità) mosso da ragioni personali che possono essere le più disparate.

La seconda pista è quella di un gruppo terroristico interno agli Stati Uniti, forse di estrema destra, come quello dei cosiddetti “white supremacists”, esponenti del “potere bianco”, in pratica razzisti che ritengono chiunque non sia bianco un essere inferiore. La loro motivazione potrebbe essere il rifiuto granitico di un’America in cui la diversità etnica è sempre più marcata, unito a un disprezzo categorico per le politiche del presidente Obama, in primis la nuova riforma dell’immigrazione. Obama vuole una legge onnicomprensiva, che delinei un cammino verso la cittadinanza americana per gran parte degli 11 milioni di immigrati illegali sparsi per i 50 Stati dell’Unione.

La terza linea d’indagine è evidentemente quella legata al-Qaeda, l’organizzazione terroristica responsabile degli attacchi dell’11 settembre 2001 a New York in cui hanno perso la vita quasi 3mila persone. In particolare gli inquirenti prestano attenzione a possibili cellule dormienti qaedieste ispirate al movimento ma non necessariamente collegate organicamente ad esso. Sarebbero quelli talvolta descritti come i “jihadisti della porta accanto” di cui ha scritto molto negli ultimi anni per esempio Andrea Elliott del New York Times. Al momento, pero’, anche in questo senso non ci sono rivendicazioni. Inoltre gli esperti di siti online islamisti non hanno individuato alcun messaggio che avalli questa linea d’indagine. E gruppi talebani pakistani hanno fatto sapere che loro non c’entrano. Poco dopo le esplosioni di Boston si era parlato di uno studente saudita fermato in un ospedale della città, ma si trattava di una voce infondata. Peraltro poco fa fonti Usa hanno spiegato che "al momento non ci sono indicazioni in tal senso", cioè che confermino la pista quaedista.

Mentre Obama richiama anche oggi alla prudenza e invita a raccogliere fatti prima di puntare il dito a destra e a manca, sul web le teorie cospirative fioriscono. Tra queste spicca per bizzarria quella che l’attentato di Boston sia una strage di Stato voluta dall’Amministrazione Obama per procedere più speditamente sulla linea dura contro le armi d’assalto.

Forse per avere un quadro più chiaro della situazione ci vorrà tempo. Il bersaglio dell’attacco (una manifestazione sportiva) non concede particolari indizi. E la modalità degli attentati (l’uso di bombe fatte in casa con pentole a pressione imbottite di chiodi e oggetti di metallo) non aiuta a raccogliere prove che possano servire agli inquirenti a fermare in tempi brevi i terroristi o il terrorista. La data dell’attacco - Patriots’ Day - il giorno in cui gli americani festeggiano l’anniversario della battaglia di Lexington e Concord, i primi combattimenti della guerra d’Indipendenza americana, potrebbe far pensare a un’idea di ribellione contro un potere esterno e soffocante, ma resta di criptica interpretazione.

La domanda più ampia che emerge sui giornali americani e nelle conversazioni della gente è chi può avere interesse a seminare paura (i livelli d’allarme sono saliti in molte città tra cui New York dove Bloomberg qualche ora fa ha illustrato le nuove misure di sicurezza). Come ha detto ieri il capo della polizia di San Francisco, Greg Suhr in una trasmissione televisiva, nella mente degli americani le lancette dell’orologio tornano al 12 settembre 2001, alla sensazione soffocante del giorno dopo la tragedia.

Il tentativo di seminare orrore e trauma traspare dalla metodologia dell’attentato. Le bombe sono state costruite per infliggere atroci mutilazioni, soprattutto agli arti inferiori. Una risposta alla domanda “chi ha interesse a spaventare l’America” potrà forse gettare luce su questo lunedì di Boston la cui storia resta da scrivere in termini di mandanti ed esecutori degli attentati.


Leggi il resto: www.linkiesta.it/boston-blasts-piste#ixzz2Qf1Rxyiw

www.linkiesta.it/boston-blasts-piste
[Modificato da (richard) 16/04/2013 22:35]

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