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L'evento Tunguska - Siberia, 1908

Ultimo Aggiornamento: 10/11/2011 12:52
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10/11/2011 12:49

Fonte della notizia: www.rainet.it/news



Sono le 07,17 (ora locale) del 30 giugno 1908 quando, ad oltre 2.000 km da Mosca, nei pressi del fiume Tunguska Pietrosa o Tunguska Mediana, il terzo affluente di destra dello Jenisej, che nasce a Nord delle sorgenti del fiume Angara e scorre per 1830 km attraverso gli altipiani pressoché disabitati della Siberia Centrale (URSS), accade un fenomeno unico nella storia del nostro pianeta.



Un'esplosione immane



Ad una quota compresa fra i sei e gli otto chilometri, al di sopra di una zona situata fra la latitudine Nord di 60° 53' 09'' ed la longitudine Est di 101° 53' e 40'', avviene un'esplosione terrificante con un'emissione di energia compresa fra i 10 ed i 15 megatoni: in pratica centinaia di volte la potenza sprigionata dalla bomba atomica fatta cadere su Hiroshima. Il boato dello scoppio viene udito ad oltre 200 km di distanza ma è anche registrato dai sismografi degli osservatori di Mosca, Londra, Parigi e Washington. La potenza che viene liberata è spaventosa. Le onde d'urto si susseguono violentissime mentre, in pochi secondi, si scarica a terra, su un'area di oltre 2.000 kmq, un'impressionante tempesta infuocata e radioattiva che abbatte circa 60 milioni di alberi e viene osservata visivamente da moltissimi siberiani distanti centinaia di chilometri.



Un'ondata di luce e calore



L'ondata di calore ha un fronte tanto vasto che gli abitanti dei piccoli villaggi situati anche ad alcune decine di chilometri ne vengono colpiti e sono costretti a togliersi gli abiti da dosso. Nello stesso tempo nel cielo prendono lentamente forma prima una cupa aurora boreale rossastra, la cui luminosità è tale da consentire ai londinesi, ad oltre 6.000 km di distanza, di leggere il giornale di notte senza bisogno di accendere le lampade, poi un'intensa pioggia di polvere nera come la pece, che va a contaminare tutta l'area, inaridendola con effetti talmente devastanti da essere ancor oggi visibili. Infine, dopo circa sei minuti dalla deflagrazione, ha inizio una tempesta magnetica che si protrae per diverse ore ed è rilevata dagli strumenti dell'Osservatorio Meteorologico della città di Irkutsk, a circa 1.000 km di distanza verso Sud, nei pressi del Lago Bajakal.



La Russia all'inizio del XX secolo



La Russia di quel tempo ha ben altri problemi a cui guardare perché sta faticosamente uscendo da due tragedie: la sconfitta militare nella guerra col Giappone (1904-1905) e Rivoluzione Proletaria scoppiata nel gennaio 1905 e direttamente collegata alla suddetta guerra in quanto erano aumentati a dismisura i prezzi dei generi di consumo. Nel 1906 nascono i famosi primi "Soviet" o "Consigli del popolo" ai quali fa subito seguito la controffensiva zarista con le famose spedizioni punitive delle "Centurie nere". Tra il 1906 e il 1907 il potere zarista si consolida sempre più e lo zar ripristina l'autorità della "Duma", ovvero dell'assemblea rappresentativa del popolo che, con un autentico colpo di mano, viene rappresentata in gran parte da aristocratici. Ciò, di fatto, liquida le spinte rivoluzionarie e ripristina l'assolutismo zarista. Nel 1908, dalla confinante Turchia, arrivano nuovi squilli di preoccupazione perché scoppia la "Rivoluzione dei giovani turchi", ovvero degli intellettuali e degli ufficiali che si propongono di modernizzare lo stato, trasformandolo da Impero a moderna monarchia costituzionale. Anche volendo interessarsi subito di quel che era accaduto in quella lontana provincia, sono ben altre le preoccupazioni dello Zar: c'è una società che sta cambiando.



L'ipotesi di Leonid Kurnik



Così quell'avvenimento viene dimenticato fino a quando, tra il 1921 e il 1938, il russo Leonid Kurnik, un esperto in mineralogia, organizza nella zona ben cinque spedizioni. La sua specialità sono i meteoriti ed è convinto che sull'altopiano siberiano ne sia caduto uno enorme; il suo intento è quindi quello di rintracciare esattamente la zona dell'impatto e scandagliare il terreno nella speranza di veder confermata la sua teoria. Tuttavia, le sue ricerche non danno i frutti sperati: non c'è traccia né del cratere meteorico né di altre evidenze dell'impatto. Scatta diverse fotografie di quel che rimane (vedi foto) ma non sembrano molto convincenti, specialmente per i suoi detrattori, poiché da quelle parti, da sempre, vi è l'usanza di abbattere le foreste con lo scopo di: creare pascoli alle renne, utilizzare tronchi per le capanne ed i recinti ed avere legna pronta da ardere sul fuoco durante la lunga e rigida stagione invernale. La sola cosa interessante che trova è un grosso masso che egli pensa subito di identificate con il meteorite ma che poi si rivela essere una masso morenico.



L'ipotesi di Alexei Zolotov: un disco volante



Un ricercatore russo, Alexei Zolotov, ebbe a rilasciare all'agenzia sovietica TASS, nel 1977, una dichiarazioni ufficiale relativamente ad una spedizione scientifica a Tuhguska che proprio quell'anno egli guidò personalmente. Dichiarò di aver individuato mutazioni di insetti e di piante che lo condussero a formulare l'ipotesi che ciò potesse "spiegarsi solo solo con un residuo terreno biofisico di origine artificiale", ergo un oggetto artificiale di provenienza extraterrestre, dato anche il livello tecnologico terrestre del tempo, sosteniamo noi.



L'ipotesi di Felix Zigel: un disco volante



Non sono certamente pochi coloro che la pensano allo stesso modo ed ipotizzano lo scoppio di un'astronave aliena soprattutto perché si dice che vi siano state testimonianze orali di alcuni abitanti della tundra siberiana che avrebbero dichiarato di aver osservato in lontananza uno strano oggetto cilindrico compiere alcune manovre prima di schiantarsi al suolo. A tal proposito, lo scienziato e astronomo russo, di fama mondiale, Felix Zigel, nel 1978 ipotizzò che qui fosse caduto un disco volante o, forse, una sonda extraterrestre. Egli sostenne ciò poiché, nel corso di una spedizione in zona, raccolse le testimonianze di persone che dissero di aver "visto un oggetto cadere dal cielo ma, prima di schiantarsi al suolo avrebbe compiuto un'ampia virata, che lo condusse a puntare prima al Nord e poi ad Ovest". Questa traiettoria, asserì Zigel, non avrebbe potuto essere spiegata da alcun fenomeno naturale. Durante l'esplorazione, il suo team raccolse sul terreno un notevole quantitativo di: zinco, bromo, sodio e ferro, tutte sostanze completamente atipiche per una cometa bensì spiegabili come provenienti da strutture artificiali.



L'ipotesi italiana dei ricercatori bolognesi



Dopo il 1938, le spedizioni in zona si sono moltiplicate, con esperti che sono giunti da tutto il mondo. Anche noi italiani ci siamo ben distinti, andando sul luogo dell'impatto quasi un secolo dopo, grazie alle spedizioni del 1991 e del 1999, coordinate dagli esperti dell'Università di Bologna (http://www-th.bo.infn.it/tunguska/impact/index.html). L'ipotesi mondiale più accredita rimane, dunque, quelle di un bolide di potenza spaventosa che è scoppiato in alta atmosfera.



L'ipotesi di Iuri Lavbin: un disco volante



Si arriva così all'11 agosto 2004 quando l'Agenzia russa "Interfax" rilancia in tutto il mondo una notizia clamorosa che, per l'Italia viene raccolta il giorno successivo dalla RAI (http://www.rainet.it/news). Il ricercatore Iuri Lavbin, presidente della fondazione statale russa "Tunguska", a capo di un gruppo di scienziati esperti nello studio dei fenomeni spaziali, dichiara alla stampa che in una zona situata a circa 500 ad ovest da quella notoriamente indicata come l'area di Tunguska, sono stati rinvenuti "i resti di un misterioso apparato di origine probabilmente aliene, forse un'astronave andatasi a schiantare quasi un secolo fa in un'area estremamente remota prossima al corso della Tunguska". Successivamente, le conoscenze attorno alla notizia originaria sia ampliano grazie anche anche al lavoro di rilancio mondiale della news e si viene così a sapere che quei resti sarebbero praticamente dei "piccoli frammenti di metallo staccatisi da una superficie di un corpo lucido nero". Gli esperti del centro suddetto confermano poi di "aver trovato nel medesimo sito una roccia di 50 chilogrammi, anch'essa apparentemente extra-terrestre; campioni ne sono stati inviati ai laboratori di Krasnoyarsk per le analisi del caso".

Poiché la notizia è stata data da scienziati veri, dipendenti di una fondazione statale russa, non c'è motivo per mettere in discussione l'affermazione di questo misterioso ritrovamento e il caso, dunque, continua a rimanere aperto.

[Modificato da (richard) 10/11/2011 12:51]

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