------------------ELIMINATO L'IMPOSSIBILE,CIO' CHE RESTA,PER IMPROBABILE CHE SIA,DEVE ESSERE LA VERITA'!
 
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SERVIZIO INFORMAZIONI VATICANO

Ultimo Aggiornamento: 18/04/2011 11:35
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03/04/2011 15:50

---Articolo di Cristoforo Barbato---
In seguito alla mia opera di divulgazione, iniziata nel 2005, sul coinvolgimento del Vaticano nella questione UFO-Alieni, grazie alle sconcertanti informazioni rivelatemi nel 2000-2001 da un gesuita operante in seno al SIV, Servizio Informazioni del Vaticano, alcuni ufologi e non hanno espresso sbrigativi e sommari giudizi strettamente personali sull’intera vicenda denotando una chiara vena polemica fine a se stessa. Una cosa quest’ultima che soprattutto tra gli addetti ai lavori emerge oggi più che mai nel panorama ufologico nazionale è che francamente denota una mancanza di conoscenza di base in materia ed una sterilità di fondo nell’ambito della seria ricerca investigativa. Tuttavia, va precisato che non tutti erano in grado di comprendere appieno certe informazioni non essendo giustamente addentro ad un certo tipo di discorsi e non comprendendo realmente i sottili meccanismi legati al mondo dell’intelligence, soprattutto in tema di UFO/Alieni. In effetti posso testimoniare che a parte qualche ufologo tra cui Roberto Pinotti che era già a conoscenza del SIV numerosi sono stati anche gli addetti ai lavori che hanno manifestato delle riserve parallelamente al notevole interesse su tutta la vicenda. Inoltre,“singolare coincidenza”, in occasione di alcune manifestazioni a cui ho partecipato sono stato in maniera riservata avvicinato fisicamente (o in seguito per posta elettronica) da personaggi (dalle comprovate credenziali) legati ad ambienti di tipo massonico ed ex esponenti dell’intelligence militare italiano che mi hanno apertamente confermato l’esistenza del SIV. “Qualcuno”, com’era prevedibile, ha tentato contattandomi via mail anche di avvicinarsi subdolamente ed in maniera dilettantesca in qualità di insider dei servizi segreti italiani evidentemente per divertirsi o magari su suggerimento di terzi, magari chissà a sua volta anche lui ufologo. Il tutto ovviamente è stato debitamente smascherato in quanto non essendo un novizio in campo ufologico “qualcuno” credeva di avere trovato lo sprovveduto ingenuo di turno che va dietro a qualsiasi cosa. Comunque sia, aldilà delle personali opinioni che ognuno può liberamente fare, la veridicità di certe realtà o fatti andrebbero basate attraverso un serio lavoro di ricerca investigativa è non sulle mere opinioni. Un esempio lampante su cui viene manifestato un certo scetticismo è l’effettiva esistenza del Servizio Informazioni del Vaticano e della possibile collaborazione in materia di UFO tra l’intelligence USA e lo Stato Vaticano.

La nascita del servizio segreto della Santa Sede
Dopo capillari ricerche, bibliografiche e non, ho trovato un’importante conferma in un testo di storia moderna che ai più dirà forse poco. Il testo in questione risale addirittura ai primi anni ’90 precisamente nel 1991 all’estero e nel 1993 nella versione edita in Italia dalla Newton Compton Editori. Il volume in questione, oggi una rarità in quanto è praticamente introvabile, s’intitola: RATLINES – Gli archivi dei servizi segreti americani svelano l’esistenza di una rete clandestina nel Vaticano per permettere la fuga dei criminali di guerra nazisti, destinati a diventare agenti segreti dei paesi occidentali. Gli autori sono Mark Aarons & John Loftus, il primo un giornalista, il secondo invece è stato procuratore presso il Ministero della Giustizia americano ed ha avuto accesso a documenti riservati; dai file classificati della CIA alle informazioni “top secret” sul nucleare fino ai file segreti della NATO con accesso COSMIC. Ebbene in questo volume proprio nel primo capitolo ad un certo punto si parla delle attività svolte durante e negli anni successivi la Seconda Guerra Mondiale dall’allora monsignor Giovanni Battista Montini e vi si legge che:
“Come Pio XII, Montini proveniva da una benestante famiglia cattolica in buoni rapporti con potenti figure all’interno del Vaticano. Anch’egli aveva condotto una brillante carriera nell’ambito della Segreteria di Stato e aveva instaurato stretti rapporti con leader politici italiani cattolici.
I servizi segreti statunitensi descrivevano Montini come una delle “persone più autorevoli all’interno del Vaticano”, che “per molti anni è stato una personalità importante all’interno della Segretaria di Stato vaticana”…..Montini e l’altro Segretario di Stato, monsignor Tardini, erano di certo tra le “personalità più influenti del Vaticano”. Entrambi erano costantemente e quotidianamente in contatto personale con Pio XII, ma soprattutto Montini godeva di un particolare rapporto confidenziale e presentava “una certa affinità di temperamento” col pontefice. Il loro intimo rapporto personale si estendeva a faccende di alta politica. In pratica, Montini era l’assistente personale di Pio XII; quest’ultimo gli affidava “compiti particolarmente delicati e difficili da realizzare”. Durante la guerra, il Papa chiese a Montini di organizzare il Servizio Informazioni del Vaticano, il cui compito apparente era quello di rintracciare persone scomparse, profughi e prigionieri di guerra. Ma i servizi segreti statunitensi sospettavano che il suo ruolo andasse ben oltre gli scopi umanitari……Inoltre, essendo uno dei migliori diplomatici della Santa Sede, Montini controllava la politica estera “con riferimento alla politica italiana”…..tutti questi compiti delicati portarono Montini al centro delle attività clandestine del Papa” (Montini nel 1945 è a capo della II Divisione del segretariato di Stato del Vaticano, da cui dipende l’Ufficio Rifugiati. È questo l’ufficio che, insieme ai servizi segreti americani, porta a termine in quel periodo l’”operazione conventi” che evacuerà i criminali di guerra nazisti oltre atlantico travestiti da preti e con passaporto falso. Ndr). Sempre in merito al Servizio Informazioni del Vaticano alla sua genesi la cui supervisione fu concessa a Montini da Pio XII si apprende che l’esercito americano aveva tenuto d’occhio le attività sospette di questa agenzia a scopi umanitari fin dal marzo del 1944, notando che era stata “organizzata per occuparsi di messaggi assistenziali radiofonici rivolti ai prigionieri di guerra in Nord Africa o provenienti da loro”. A tale proposito più avanti si afferma che: “Nella lotta all’ultimo sangue sostenuta dalla Chiesa contro il comunismo, il Papa optò per lo spionaggio e tutto ciò che esso comportava. Prima della fine della Seconda Guerra Mondiale, il gruppo di diplomatici che stava attorno al Papa aveva reclutato gli agenti necessari per la successiva battaglia contro il comunismo che doveva essere quella definitiva. (Il Vaticano aveva già registrato tentativi d’infiltramento al suo interno di spie sovietiche sul finire della guerra, una minaccia che si sarebbe poi intensificata nel corso della Guerra Fredda è che fu seriamente contrastata a sua volta dall’intelligence USA. Particolare che emerge anche dall’intervista al gesuita. v. art. Secretum Omega. ndr.). È possibile far risalire la genesi di queste attività alla richiesta che il Papa fece a Montini di organizzare il Servizio Informazioni del Vaticano. L’esercito americano aveva tenuto d’occhio (attraverso l’OSS e il CIC ndr) le attività sospette di questa agenzia a scopi umanitari fin dal marzo del 1944, notando che era stata “organizzata per occuparsi di messaggi assistenziali radiofonici rivolti ai prigionieri di guerra in Nord Africa o provenienti da loro”. Gli americani ritenevano che fosse in atto un non meglio identificato tipo di attività clandestina e diedero ordini affinché, per motivi di sicurezza, il Servizio Informazioni del Vaticano non si ampliasse. Tuttavia, stando ai rapporti successivi, il Servizio Informazioni del Vaticano si ampliò, dopo la guerra, fino a diventare una forza in campo spionistico.

Per qualche tempo, i servizi segreti americani si interessarono attivamente alle reazioni del Vaticano alla “minaccia rossa”. Infatti, a quanto si diceva, alcuni “alti ufficiali dei servizi segreti alleati” erano, da prima del crollo del nazismo, in “stretti rapporti con alti dignitari vaticani”. Nell’ottobre del 1945, gli americani notarono “la preponderante influenza presso la curia esercitata dai padri gesuiti, che presentano sempre progetti concreti e ragionati”…..Verso la fine del 1947, i servizi segreti statunitensi ricevettero dei rapporti incredibili sul coinvolgimento del Vaticano nelle operazioni clandestine anticomuniste. Jack Neal, capo della Division of Foreign Activity Correlation del Dipartimento di Stato, un gruppo spionistico segretissimo collegato al Foreign Service statunitense, inviò una comunicazione al direttore dell’FBI J.Edgard Hoover, al capo del servizio segreto della Marina e ai diplomatici americani presso la Santa Sede: “…una fonte, considerata attendibilissima, ha riferito che il Servizio Informazioni del Vaticano, che ha il suo quartier generale nella Città del Vaticano, costituirebbe il servizio spionistico della Santa Sede…”.

L’Asse Montini-Angleton
Ulteriori rivelazioni sulla figura chiave di Montini emergono durante lo sviluppo dei capitoli successivi ed in particolare quando viene affrontata l’attività svolta dai servizi segreti americani nei confronti del vaticano. In effetti, si apprende che Montini venne ingaggiato tra l’altro quale fonte di informazioni segrete per il capo del controspionaggio americano James Jesus Angleton. Un legame quest’ultimo tra i due che avrebbe poi agevolato la carriera di Angleton all’interno della CIA quando Montini divenne Papa Paolo VI. Angleton (figlio di un colonnello dell’OSS James Hugh Angleton grazie al quale nell’agosto del 1943 entrò a far parte anch’egli dell’Ufficio Servizi Strategici OSS. James Hugh Angleton, oltre ad aver diretto la filiale italiana della National Cash Register guidò anche la Camera di commercio americana in Italia, ed ebbe estesi contatti con i servizi segreti di Mussolini. Inoltre da alcuni documenti emergerebbe che egli fu anche socio d’affari di Allen Dulles futuro direttore della CIA) trascorse i primi anni della guerra a Londra ma in seguito alla resa dei tedeschi in Italia, predisposta da Dulles e dal Vaticano, fu assegnato a Roma con la nomina a tenente dell’OSS incaricato di gestire le attività di controspionaggio. Dopo circa un anno venne incaricato di gestire l’Unità Speciale di Controspionaggio dell’OSS SCI-Z meglio nota come Unità Z formata da agenti inglesi e americani, fu anche membro della sezione X-2 ed era l’unico ad avere l’autorizzazione d’accesso alle segretissime informazioni inglesi del sistema di decrittazione ULTRA. La X-2, nota ufficialmente come SSU Strategic Services Unit, è stata definita da alcuni storici ed ex-agenti dell’OSS quali Peter Tompkins: “la più indipendente, la branca più pericolosa, quella che si occupava del controspionaggio”. In seguito allo scioglimento dell’OSS nel 1945 per volere del presidente Truman ed al suo ridisegnamento come SSU (Unità Servizi Strategici) Angleton rimase a Roma divenendo in poco tempo l’ufficiale di grado più alto dell’intelligence USA in Italia. Angleton comandava tutte le attività segrete, spionaggio e controspionaggio, in Italia per l’SSU, da poco appunto succeduto all’OSS che in realtà sarebbe divenuto subito dopo CIG Central Intelligence Group precursore della CIA costituitasi poi nel 1947. In virtù dell’esperienza maturata durante la guerra in attività di controspionaggio rientrato in patria nell’estate del ‘47 contribuì alla nascita del Mossad, il servizio segreto israeliano, e nel dicembre dello stesso anno fu assunto dalla CIA quale assistente del Direttore dell’OSO Ufficio Operazioni Speciali. Nel 1949 Angleton avanzò di livello all’interno dell’OSO e divenne assistente speciale del capo della CIA l’ammiraglio Roscoe Hillenkoetter (direttore dal 1947 al 1950 e noto tra l’altro per essere stato membro del famigerato gruppo segreto Majestic-12); quello stesso anno i vertici dell’intelligence militare decisero di classificare il fenomeno degli allora “dischi volanti” con il livello di “massimo segretezza”. Nel febbraio del 1953 Dulles divenne il nuovo Direttore della CIA, Angleton (amico di Dulles dai tempi della guerra) ottenne una serie di “vantaggi”; fu così che verso la fine del 1954 promosse James alla carica di Vicedirettore e Capo del Controspionaggio. Angleton aveva accesso diretto alle informazioni di Dulles e a tutte quelle estere, relative agli UFO, provenienti dall’IAC Comitato Consultivo d’Intelligence creato per occuparsi delle implicazioni comportate dagli UFO alla sicurezza nazionale. Egli mantenne tale incarico fino al 1974 quando coinvolto dallo scandalo Watergate fu costretto a dimettersi dall’allora direttore William Colby.

Una conferma effettiva dell’operato clandestino condotto durante e dopo l’ultimo conflitto mondiale dall’intelligence americano in Italia ed in particolare da James Jesus Angleton giunge da una serie di documenti segreti declassificati in USA negli anni ’90. Nel gennaio del 1994 in un’area nei pressi di Washington D.C. venne inaugurata una sede dei National Archives al cui interno erano custoditi filmati coperti fino ad allora dal segreto di stato, documenti militari delle due guerre mondiali, numerosi microfilm che testimoniano il lavoro d’intelligence svolto dopo i conflitti e la più grande documentazione sullo scandalo Watergate e l’assassinio di John Kennedy. A tale proposito nel febbraio del 2003 alcuni quotidiani italiani pubblicarono alcuni articoli in merito proprio ad incartamenti venuti alla luce ed inerenti segreti italiani legati al conflitto ed all’attività occulta esercitata nel dopoguerra dall’intelligence USA in Italia che hanno fatto discutere. Un paio di questi articoli sono stati pubblicati dal quotidiano “La Repubblica” il 9 febbraio e sono: “Ricerca in archivi USA: La Decima MAS” di Antonio Monda e “Quando gli Usa arruolavano la Decima Mas” un pezzo inchiesta inerente le carte dei servizi segreti sul 1945 a firma dei giornalisti Attilio Bolzoni e Tano Gullo. Quest’ultimo riporta che: “Dagli archivi dell’intelligence Usa esce un altro pezzo di storia italiana del dopoguerra, gli accadimenti di un Paese che in quegli anni – svelano gli atti desecretati dalla Cia – è il più grande laboratorio di manipolazione politica clandestina. Ossessionati dal pericolo bolscevico, turbati dall’apparato e dalla forza del Pci, preoccupati dai tatticismi di De Gasperi, rassicurati dalle diffidenze della Santa Sede verso la Democrazia cristiana ancora alleata con Togliatti (tra le alte sfere vaticane qualcuno già accarezzava l’idea di far nascere un secondo e più conservatore partito cattolico), i servizi segreti Usa avevano costruito nella Penisola una rete spionistica per condizionare i passi della nascente Repubblica. Un esercito di uomini pronti a tutto che, già nella primavera del 1945, nei fatti è quella Gladio che “ufficialmente” nascerà qualche anno più tardi. I documenti che raccontano cosa avvenne sono tutti conservati nel palazzo di cristallo e cemento degli Archivi Nazionali degli Stati Uniti d’America, tra i boschi di College Park nel Maryland, a una trentina di chilometri da Washington. Erano carte top secret fino a qualche tempo fa, carte provenienti dagli schedari dell’Oss (Office of Strategic Services), l’antenato della Central Intelligence Agency. Al centro di quella “rete” c’è il giovane James Jesus Angleton, capo del controspionaggio americano a Roma dal ‘44 al ‘47, nome in codice “Artefice”….. I collegamenti tra servizi Usa e quelli vaticani ci sono da sempre e si intensificano nella fase bellica quando Allen Dulles (uno dei capi dell’Oss in Europa) stringe, in Svizzera nel 1942, rapporti con il frate domenicano belga Felix Morlion. Ma è dopo la Liberazione che la partita diventa decisiva. In un dossier dell’Oss senza data ma infilato tra i fascicoli dei “rapporti con il Vaticano” – “La guerra segreta in Italia” – gli 007 di Washington scrivono che “…poiché i suoi obiettivi spirituali (della chiesa cattolica ndr) sono mondiali, il Vaticano è il centro più esaurientemente informato del mondo”.” Sempre in merito ad Angleton ed al Vaticano nell’altro articolo di A. Monda si legge che: “James Angleton, responsabile del controspionaggio nel nostro paese fino al 1955, seguiva con preoccupazione le scelte politiche del centro che guardava a sinistra di De Gasperi, e si assicurava con lettere a propria firma che fosse garantita l’immunità alla Decima Mas e al principe Junio Valerio Borghese. Un rapporto del febbraio del 1946 controlla il lavoro diplomatico svolto da due prelati che diventeranno pontefici che rispondono al nome di Angelo Roncalli e Giovanni Battista Montini…..”.

[Modificato da (richard) 18/04/2011 11:35]

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