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Rudi Garcia, tutta la storia del nuovo tecnico della Roma

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2014 17:30
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10/02/2014 17:30

La carriera di Rudi garcia: le vittorie e le sconfitte, gli esordi nella piccola Dijon e l'affermazione al Lille. La carriera da calciatore interrotta bruscamente e la capacità di lanciare giovani e di fare spettacolo con il suo 4-3-3.

Il 12 giugno 2013 la Roma, tramite una conferenza stampa in diretta da New York con la presenze del presidente James Pallotta, annuncia il suo nuovo allenatore per la stagione seguente: Rudi Garcia di Nemours, un piccolo paesino della Senna francese di pochi abitanti. Il nome, tra i tifosi giallorossi, non avrà destato scalpore al contrario di quanto sarà avvenuto tra i numerosi addetti ai lavori che da tempo lo indicano come uno dei migliori allenatori francesi in circolazione. La stagione della Roma è finita male, con la sconfitta contro la Lazio in finale di Coppa Italia. In seguito alla disfatta i tifosi in coro chiedevano un nome, un allenatore affermato per far rialzare la testa a tutta la piazza giallorossa. Probabilmente l’arrivo di Rudi Garcia non è stato sognato né agognato dalla maggior parte dei tifosi giallorossi ma prima di parlare del presente bisogna fare un passo indietro, molto indietro per capire la storia del nuovo tecnico della Roma. Rudi nasce in Francia nel 1964, viene chiamato così da suo padre, Josè, in onore di Rudi Alting, famoso ciclista tedesco su strada, campione del mondo nella specialità su strada. La passione per il ciclismo propria genitori, oltre che per il calcio, accompagnerà sempre l’allenatore francese abituato a pedalare, a mettersi in piedi sulla bici durante la propria carriera da allenatore. E proprio grazie al papà che si avvicina al mondo del calcio dato che il genitore aveva giocato a livello professionistico con le squadre di Sedan e Dunkerque. Grazie anche alla spinta dei genitori inizia a giocare al Corbeil prima di passare Viry-Châtillon dove viene impiegato nel ruolo di trequartista offensivo; proprio questa mentalità arrembante non lo abbandonerà nel corso della sua carriera da mister. Nel 1983 passa al Lille ma la sua presenza al nord francese non lascerà il segno con gli scarpini da calciatore addosso allo stesso modo in cui vi riuscirà una volta appesi al chiodo. Dopo 5 anni con la squadra francese passa prima al Caen e poi al Martigues prima di ritirarsi per gravi problemi alla schiena e per i ripetuti guai al ginocchio per due anni, dal 1994 al 1996. Cade, smette di giocare ma continua a lottare: vuole rialzarsi. Proprio durante il periodo di ritiro si mette sotto con lo studio, incapace uno come lui di stare fermo e guardare. Consegue il DEUG (diploma di studi universitari generali) e lo STAPS, propriamente il diploma in scienze e tecniche delle attività fisiche e sportive ed il brevetto in educazione sportiva. Parallelamente lavora anche sul campo per lemittente satellitare Canal Sat.

GLI ESORDI DA MISTER

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Nel 1995 torna a Corbeil, alla sua prima compagine da giocatore, e svolge il ruolo di allenatore-giocatore della squadra allora relegata in Divisione Regionale francese. Nel 1996 diviene allenatore a tempo pieno e resta nella piccola squadra fino al 1998. Nel 1999, grazie a Gérard Soler et Robert Nouzaret, allora allenatore del Saint Etienne, entrambi conosciuti da giocatore il primo al Lille, il secondo al Caen, entra a far parte del team dei biancoverdi nel ruolo di preparatore atletico. Svolge il proprio ruolo per due stagioni ma gradualmente acquista sempre più importanza nel club dapprima come tattico della squadra fino a diventare allenatore in seconda di Robert Nouzaret a luglio del 2000 e poi di John Toshack ad ottobre fino alladdio del tecnico gallese che torna alla Real Sociedad in Spagna. Sempre con la squadra francese diventa allenatore del club insieme a Jean-Guy Wallemme fino a giugno 2001 quando entrambi abbandonano la squadra. Garcia sembra aver raggiunto un posto di grande importanza nel club biancoverde ma riparte da zero, deve ricominciare a pedalare ed a scalare. Gli vengono fatte delle proposte all’estero da piccole realtà del calcio ma Garcia decide di rimanere in Francia ed aspettare una valida chiamata. Consegue il patentino dallenatore di terzo grado in attesa del proprio futuro che si materializza con la chiamata del Dijon, Digione in italiano, squadra fondata nel 1998 (15 anni fa!) che nel 2000 aveva vinto la categoria Dilettanti in Francia e che al suo arrivo si trovava nella Serie C francese, Championnat National, senza aver mai calcato il professionismo. Praticamente riparte da zero, dalla base. Si torna in pista.

SI RIPARTE DA ZERO: LA SORPRESA A DIJON E LA GRANDE ANNATA NEL 2004

Nella sua prima stagione (2002-2003) arriva quarto mancando di un soffio la qualificazione alla serie successiva per soli tre punti di distacco dalla terza. Con sé cè sempre Frédéric Bompard, suo amico d’infanzia al Corbeil ed attuale e storico allenatore in seconda sempre al fianco di Rudi. Fredric ha da sempre l’abitudine di vedere le partite della squadra in tribuna, prima di entrare negli spogliatoi a fine primo tempo per avvertire mister Garcia del gioco degli avversari e degli eventuali accorgimenti tattici non visibili dalla panchina. La squadra di Rudi Garcia stupisce quando nella stagione 2003-2004 riesce ad arrivare fino alle semifinali di Coppa di Francia, la prima volta nella sua storia, e si guadagna la promozione in Ligue 2, l’equivalente della nostra Serie B. Finalmente anche a Digione entra il professionismo: fino a quel punto la squadra non aveva nemmeno il titolo di “statut professionnel”. L’anno successivo arriva vicino ad una doppia promozione arrivando quarto in Ligue 2, non riuscendo ad entrare nei primi tre posti validi per l’accesso alla serie superiore. Nelle due stagioni successive conferma le buone posizioni dei campionati precedenti arrivando prima quarto e poi quinto riuscendo a raccogliere ben il 45% di vittorie con la squadra francese. Dopo 5 anni Rudi Garcia è pronto per il grande salto e sbarca in Ligue 1 al Le Mans che lo chiama nella propria squadra.

LARRIVO AL LE MANS ED IL RITORNO AL LILLE

Spartak Moscou football player Brazilian

Con la squadra francese nel 2007-2008 arriva nono in campionato e lancia nel calcio francese Túlio de Melo, attaccante brasiliano che farà una comparsata in Serie A al Palermo senza lasciare traccia, Gervinho, attaccante che insieme al brasiliano lo seguirà al Lille, Yebda, anche lui in Italia al Napoli. Anche con i giallorossi del Le Mans arriverà in semifinale di Coppa di Francia ma verrà eliminato ai rigori dal Lens. Grazie alla buona stagione si guadagna la chiamata del Lille, la squadra che laveva visto come giocatore per ben 5 anni nella sua carriera. Prende il posto di Claude Puel tra lo scetticismo generale, in Francia infatti Puel non è un allenatore qualunque: campione nel 2000 con il Monaco, e miglior allenatore nella Ligue 1 nel 2000 e nel 2006. Un’eredità pesante che Rudi Garcia non teme. Ancora una volta in bici, ancora una volta a pedalare.




Arrivato nella squadra della Francia settentrionale inizia un importante lavoro di ricostruzione partendo da un mix di giovani e giocatori esperti: schiera subito titolare il talentuoso Hazard, nonostante i 17 anni detà facendolo diventare un perno della squadra, e lo stesso Adil Rami, futuro centrale della nazionale francese. Lo stesso fa con Mathieu Debuchy che impiega nel ruolo di terzino destro nonostante il giocatore era nato come centrocampista centrale. Michel Bastos esplode definitivamente mettendo a segno 14 gol e 9 assist diventando il miglior assit-man della Ligue 1 e venendo inserito nella formazione titolare dell’anno.

Lille's football club players perform a
Oltre a queste mosse strategiche inizia a dare una forte connotazione di gioco alla squadra biancorossa che, dopo un inizio in sordina, vince e si diverte esprimendo un gioco molto spettacolare grazie al formidabile uso delle fasce esterne con schemi pieni di continui tagli e sovrapposizioni. A fine anno arriverà quinto con 17 vittorie, 13 pareggi ed 8 sconfitte con 51 gol fatti e 39 subiti. Nel giugno 2009 è vicino ad abbandonare il club per divergenze con il direttore sportivo Xavier. Serve l’intervento del presidente Michel Seydoux a far tornare Rudi al proprio posto. Tra i due resterà sempre un grandissimo rapporto damicizia che sarà una delle basi dei successi del Lille.

Nella stagione 2009-2010 parte Bastos, per lui la chiamata del Lione è irresistibile e la squadra perde un importante pedina nel suo scacchiere. Garcia richiama Gervinho, suo giocatore al Le Mans, e lo porta nell’undici titolare. In porta arriva la sicurezza Landreau dal Paris Saint Germain. In stagione arriva quarto, migliorando la posizione dell’anno precedente, in Europa League viene eliminato agli ottavi di finale dal Liverpool ed in Coppa di Francia si ferma ai quarti di finale contro il Marsiglia ma collezionando ben 70 punti in campionato, record nella storia del club; ma è solo linizio, Rudi, tenendo fede al proprio nome, inizia a pedalare ancora di più per arrivare in cima.

LA VITTORIA DELLA LIGUE 1 E DELLA COPPA DI FRANCIA

Lille's French coach Rudi Garcia (C) celRudi Garcia parte a luci spente ed afferma che l’aspirazione del club è di rimanere in Europa anche nella stagione successiva e di confermare quanto di buono fatto gli anni precedenti con la crescita della squadra: Hazard, Rami, Mavuba, Gervinho, Cabaye, Debuchy sono rimasti ed a loro si è aggiunto e Moussa Sow che diventerà uno dei grandi protagonisti della stagione 2010-2011, autore di ben 25 gol. Ad inizio stagione il Lilla pareggia le prime quattro gare e resta al sesto posto fino alla giornata numero 14 quando balza in testa alla classifica grazie a tre vittorie consecutive. Alla fine del girone d’andata comanda la classifica di un solo punto ma riuscirà a staccare tutte le pretendenti riuscendo a vincere 4 delle ultime 6 partite e pareggiando le restanti due. A fine anno è un dominio: 76 Lille, 68 Marsiglia e 64 Lione con 68 gol fatti e solamente 36 reti subite. Trionfa anche in Coppa di Francia battendo in finale il Paris Saint Germain per 1 a 0. In Europa League viene eliminato ai sedicesimi di finale dal PSV Eindhoven.

Durante la stagione il gioco del Lille, con il 4-3-3 e varie volte con il 4-2-3-1, è al massimo della sua espressione: le caratteristiche principali della squadra risiedono nel mediano centrale, un vero e proprio schermo davanti alla difesa, capace di recuperare numerosi palloni e di aiutare i due centrali. Sulle fasce la spinta è continua grazie ai continui inserimenti dei terzini mentre il trio dattacco svaria su tutto il fronte con la punta centrale che raccoglie i numerosi assist creati dal resto della squadra. Importante anche il trio di centrocampisti più adatti a distruggere che a costruire, proprio la base del gioco della squadra in fase d’impostazione viene iniziata da uno dei due difensori centrali che svolgono quasi il ruolo di registi in campo.

IL LILLE CEDE I PEZZI PREGIATI, GARCIA ARRIVA ALLA ROMA

Dopo la grandissima rivelazione nellanno precedente il presidente Seydoux decide che è il momento di raccogliere i frutti del lavoro del club e cede numerosi pezzi pregiati tra cui Gervinho allArsenal per 10 milioni di euro, Rami al Valencia per 6 milioni di euro e Cabaye al Newcastle per 5 milioni di euro. A gennaio parte anche Moussa Sow. Arriva Dimitri Payet dal Saint Etienne ma la squadra non riesce a ripetersi al livello della stagione precedente raccogliendo ugualmente il terzo posto in campionato, valido per la Champions League, dietro la sorpresa Montpellier e le superstars del Paris Saint Germain di Carlo Ancelotti. Si conferma il miglior attacco del campionato con 75 gol fatti e 41 reti subite. In Champions League arriva ultimo nel proprio girone dietro a Inter, CSKA Mosca e Trabzonsport.

OSC Lille v Valencia - UEFA Champions League

Ad inizio anno 2012-2013 il Lille perde Hazard che passa al Chelsea per 40 milioni di euro, a gennaio parte anche Debuchy e la squadra storica ormai è smembrata. Garcia lancia definitivamente Lucas Digne, giovane calciatore francese del vivaio, Martin Marvin, arrivato dal Sochaux, e Dimitri Payet. Alla fine dellanno i risultati sono deludenti: eliminata dal girone di Champions League da Valencia, Bayern Monaco e Bate Borisov. In campionato arriva al sesto posto senza raggiungere la qualificazione UEFA per un solo punto con 59 gol fatti e 40 subiti. L’allenatore capisce che il suo ciclo è finito ed inizia a parlare con il presidente di un possibile addio a fine stagione.

Siamo ai giorni nostri: intorno alla Roma cè grande fermento e tutti sono in attesa di conoscere il nuovo allenatore dei giallorossi. Si fanno numerosi nomi, da Mazzarri passando per Allegri ed arrivando persino a Mancini. Ma nella mente di Walter Sabatini diventa Rudi Garcia l’allenatore prescelto a guidare ed a ricostruire la Roma del futuro, come fatto al Lille: partendo da giovani e da meno giovani. Creando armonie e speranza senza fretta, in un gruppo che ultimamente sembra essersi perso. A dispetto dello scetticismo che si è già creato intorno a lui a Roma. Le sue prime parole in italiano sono state: “Lavoreremo per la felicità dei nostri tifosi”. Sempre rispettando la tradizione del proprio nome: pedalando contro le avversità e lo scetticismo, proprio come un grande ciclista.

Francesco Gorzio

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