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La cena segreta di Ratzinger e Napolitano. Tutte le carte private del Vaticano

Ultimo Aggiornamento: 18/05/2012 22:42
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18/05/2012 22:42

La nuova clamorosa inchiesta di Gianluigi Nuzzi sul Vaticano. Ecco, direttamente dalle stanze del Papa, le carte segrete della Chiesa


La cena segreta con Napolitano (estratto dal libro "Sua santità", di Gianluigi Nuzzi, edito da Chiarelettere)

Nelle geometrie del potere, il crescente imbarazzo nei rapporti con Berlusconi segna come contrappeso una più forte sintonia tra Joseph Ratzinger e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Al di là di chi governa, è sempre forte l’attenzione e l’influenza della Chiesa sull’attività legislativa del Parlamento, soprattutto su argomenti sensibili: parità scolastica, eutanasia, famiglia, coppie di fatto, aborto e, come abbiamo visto, anche le tasse e l’Ici.5 È meno nota la considerazione di cui gode Napolitano in Vaticano. È una figura di per sé non determinante nelle scelte di chi governa, ma negli ultimi anni ha consolidato un ruolo istituzionale di assoluta centralità, diventando arbitro e ascoltato consigliere.




SUA SANTITA', la nuova inchiesta di Gianluigi Nuzzi




Non era mai successo. Nessuno era riuscito ad accedere nella stanza del papa e a leggere le sue carte riservate. Centinaia di documenti che svelano la quotidiana precarietà della Chiesa, tra affari assai poco trasparenti e congiure di palazzo. Gianluigi Nuzzi, dopo il successo di VATICANO SPA sullo scandalo dello Ior, racconta, grazie alle carte fornite da una fonte segreta, le storie, i personaggi e i travagli che dividono oggi la Chiesa e che coinvolgono l’Italia e la sua politica. Anche quella del governo Monti. Le lettere di Boffo, l’ex direttore bruciato da veline di palazzo, quelle di Viganò che dopo aver fatto risparmiare milioni al Vaticano, è costretto alle dimissioni, le donazioni private (anche quelle di Bruno Vespa), le raccomandazioni a Gianni Letta, il problema dell’Ici secondo i rapporti riservati del presidente dello Ior Gotti Tedeschi, il caso Ruby e Berlusconi (“vittima di una magistratura politicizzata”), gli incredibili pedinamenti degli 007 vaticani in territorio italiano, le verità sui Legionari di Cristo e la pedofilia in una testimonianza mai resa pubblica, le intemperanze di molti vescovi in ogni parte del mondo. Persino un incontro segreto tra Napolitano e il papa di cui nessuno è a conoscenza. E don Julián Carrón, leader di Cl che accusa la diocesi di Milano di simpatie politiche. Nuzzi annoda i fili delle storie che insieme si leggono come se fossero capitoli di un thriller. La volontà di chi ha reso disponibili queste carte, rompendo vincoli di segretezza e quindi rischiando di persona, è quella di dare fiato e coraggio a tutti coloro che dentro la Chiesa non si riconoscono in un’istituzione tesa soprattutto a gestire beneficienze, affari e potere e si battono perché essa sia più vicina al cuore degli uomini e ritrovi l’abbraccio solidale di tutti i fedeli sparsi nel mondo.

Gianluigi Nuzzi è nato a Milano nel 1969. Ha prima collaborato al “Corriere della Sera”, poi come inviato speciale al settimanale “Panorama” e a “Libero”. Dal 1994 segue le più rilevanti inchieste giudiziarie con implicazioni politiche e finanziarie. È ideatore e conduttore del programma televisivo “Gli Intoccabili” (in onda su La 7) dedicato all’approfondimento dei più importanti temi di attualità. Ha pubblicato il best seller sullo scandalo Ior e la tangente Enimont VATICANO SPA (Chiarelettere 2009, tradotto in moltissimi paesi) e METASTASI (con Claudio Antonelli, Chiarelettere 2010) sulla nuova ’ndrangheta del Nord.


Fin dall’elezione, nel 2006, il presidente è stato riconosciuto sempre più come interlocutore di rilievo nello scacchiere italiano, capace di assumere un ruolo significativo in momenti cruciali, come puntualmente poi accadrà nell’autunno del 2011 con il lento – e da mesi costruito – passaggio del testimone da Berlusconi a Monti e la formazione di un primo governo tecnico. L’agenda, quella ufficiale delle relazioni istituzionali, testimonia una serie crescente d’incontri, colloqui e messaggi con Napolitano dopo la prima visita ufficiale nel novembre del 2006, pochi mesi dopo il giuramento. Nell’aprile del 2008 Napolitano offre un concerto a Benedetto XVI in onore del terzo anniversario di pontificato; dopo tre mesi l’annuncio che a ottobre sarà il papa a recarsi in visita al Quirinale, rompendo una tradizione con pochissime eccezioni.

Agli inizi di dicembre è Napolitano che a sua volta va nel piccolo Stato per presenziare alla commemorazione dei sessant’anni della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Passano poche settimane e, all’inizio del 2009, diplomazia e cerimoniale sono già partiti. In assoluta riservatezza, bisogna preparare un incontro rimasto fino a oggi segreto ma di cui abbiamo riscontro: una cena privata in Vaticano tra i coniugi Napolitano e Benedetto XVI, per il 19 gennaio 2009. Dall’attività preparatoria nei sacri palazzi emerge quanto sia considerato cruciale il rapporto con il presidente della Repubblica. La tonaca che prepara l’incontro è il numero tre della segreteria di Stato, ovvero uno dei più stretti collaboratori del cardinale Bertone: monsignor Dominique Mamberti, ministro degli Esteri della Santa Sede.

Con il consigliere diplomatico monsignor Antonio Filipazzi, Mamberti individua gli argomenti da affrontare e suggerire direttamente al pontefice. In particolare, Filipazzi è esperto di questioni italiane, che segue dal 2002: «Quando Wojtyla o Ratzinger o anche il segretario di Stato – spiega oggi – dovevano incontrare Ciampi o Napolitano, il mio ufficio preparava delle relazioni per accompagnare il Santo Padre o il segretario all’appuntamento con gli argomenti per noi di maggiore interesse». Viene predisposta un’articolata nota preparatoria, un documento che ben esprime la moral suasion. Così la relazione per la cena del 19 gennaio inizia con una breve biografia privata. Ripercorre le tappe della carriera politica del presidente Napolitano10 per affrontare, nel secondo paragrafo, quelli che vengono indicati già nel titolo come «alcuni temi di interesse per la Santa Sede e la Chiesa in Italia».

I toni sono diretti, le indicazioni esplicite, da programma di un partito politico. Il primo, sottolineato, è proprio il valore e la centralità della famiglia: Occorre dare piena attuazione al favor familia sancito dall’art. 29 della Costituzione, anche per contrastare il sempre più preoccupante calo demografico. In quest’ottica potrebbero risultare utili: un sistema di tassazione del reddito delle famiglie che tenga conto, accanto all’ammontare del reddito percepito, anche del numero dei componenti della famiglia e quindi delle spese per il mantenimento dei familiari; la previsione di aiuti a sostegno della natalità che non siano solo una tantum; l’adozione di misure volte a incentivare la realizzazione di servizi per la prima infanzia. Allo stesso tempo si devono evitare equiparazioni legislative o amministrative fra le famiglie fondate sul matrimonio e altri tipi di unione. Due esponenti del governo (Brunetta e Rotondi) hanno purtroppo fatto annunci in tal senso.

Una sintesi efficace degli indirizzi che la Chiesa vorrebbe suggerire in materia di famiglia, politica sociale e demografica, senza nascondere la preoccupazione per l’apertura, «purtroppo », di due ministri del governo Berlusconi alle coppie di fatto. Nei sacri palazzi si ribadisce che la famiglia deve rimanere quella tradizionale, «fondata sul matrimonio». Si tratta solo del primo punto. Si passa poi alle numerose questioni pendenti, dalla parità scolastica ai «temi eticamente sensibili», come l’eutanasia. Ed è la prima volta che si svela un retroscena così importante: i suggerimenti a Benedetto XVI per come cercare di influenzare il presidente della Repubblica sugli indirizzi sociali, economici e politici. Temi eticamente sensibili.

Riguardo all’ipotesi di un intervento legislativo in materia di cure di fine vita e di dichiarazioni anticipate di trattamento, si avverte anzitutto l’esigenza di una chiara riaffermazione del diritto alla vita, che è diritto fondamentale di ogni persona umana, indisponibile e inalienabile. Conseguentemente, si deve escludere qualsiasi forma di eutanasia, attiva e omissiva, diretta o indiretta, e ogni assolutizzazione del consenso. Occorre evitare sia l’accanimento terapeutico sia l’abbandono terapeutico. Parità scolastica. Il problema attende sempre una soluzione, pena la scomparsa di molte scuole paritarie, con aggravi sensibili per lo stesso bilancio dello Stato. Occorre trovare un accordo sulle modalità dell’intervento finanziario, anche al fine di superare recenti interventi giurisprudenziali che mettono in dubbio la legittimità dell’attuale situazione. Situazione generale socio-economica. Essa registra un senso d’insicurezza, attualmente aggravato del contesto economico globale.

Nel suo discorso di fine d’anno il presidente Napolitano ha ampiamente affrontato il tema di come l’Italia debba e possa affrontare l’attuale crisi. Permangono timori di fronte al fenomeno dell’immigrazione di persone provenienti da paesi poveri; sul tema dell’accoglienza di questi immigrati si soffermò particolarmente il presidente Napolitano nel suo discorso in occasione della visita del Santo Padre al Quirinale. A Napolitano Benedetto XVI potrebbe anche chiedere di fare da «paciere» risolvendo incomprensioni e tensioni con le più alte cariche italiane. Non sono taciuti infatti dissapori o incomprensioni al paragrafo «Alcuni chiarimenti», che coinvolgono lo stesso Napolitano e il presidente della Camera, Gianfranco Fini: Chiesa cattolica e leggi razziali. Il presidente Napolitano aveva fatto conoscere il suo rammarico per la critica de «L’Osservatore Romano» al discorso del presidente Fini circa le leggi razziali imposte dal fascismo, al quale non si sarebbe opposta neppure la Chiesa. Il giudizio espresso dal presidente Fini, oltre a non tenere conto della situazione di non libertà allora vigente, ha dimenticato le prese di posizione di Pio XI contro tali provvedimenti, condannandoli sia in via di principio sia anche per il «vulnus» al Concordato del 1929. Non mancarono anche voci di autorevoli pastori italiani, come il cardinale Schuster di Milano, che riaffermarono la condanna dell’antisemitismo. È spiaciuta questa «chiamata a correità» della Chiesa, fondata su giudizi storici non ben articolati. Legge sulle fonti del diritto dello Stato della Città del Vaticano. Si è creata una forte polemica mediatica attorno a tale norma, che sostituisce quella emanata nel 1929.

La polemica, forse causata da qualche spiegazione infelice del provvedimento e dalla solita sommarietà dei mezzi di comunicazione nell’esporre le questioni, non ha ragioni di essere. Non è anzitutto toccato nessun patto fra la Santa Sede e l’Italia, trattandosi di un atto sovrano vaticano. Inoltre, né nel 1929 né ora vi è un recepimento automatico e totale della legislazione italiana; oggi come nel 1929 la legislazione italiana costituisce una fonte di norme suppletive per l’ordinamento dello Stato della Città del Vaticano. Nei rapporti tra Stati è normale il confronto su vicende spinose e chiarimenti per sanare contrasti tra istituzioni. Come sono anche naturali valutazioni comuni su economia e politica estera.11 Ma le specifiche indicazioni di intervento sulla politica italiana sono solo propedeutiche all’incontro o indicative del contenuto? Sarebbe infatti grave solo immaginare che un presidente della Repubblica sia destinatario di pressioni o anche solo doglianze e segnalazioni sull’attività legislativa del proprio paese. Come se Napolitano ricevesse da Obama critiche sulla politica sociale dell’Italia o su altre specifiche leggi e norme.

Non sappiamo se e in che termini Benedetto XVI abbia espresso queste preoccupazioni a Napolitano, anche perché gli effettivi contenuti dei colloqui sono noti solo a chi vi ha partecipato. Va ricordato comunque che la moral suasion del Vaticano è sottile, prevede poche parole. Magari un semplice accenno per lasciare intuire rilevanza, attualità e soprattutto sensibilità della Chiesa per un particolare argomento. C’è poi attenzione all’interlocutore, ed è noto che Napolitano non è un «baciapile», non ha atteggiamento ossequioso nei confronti del Vaticano. Proprio i temi suggeriti svelano comunque per la prima volta i contenuti d’incontri rimasti segreti e dei quali non si trova traccia nei comunicati ufficiali via via redatti. Anzi, le note ufficiali enfatizzano i macro-temi classici della diplomazia con la «significativa sintonia sui grandi temi dei diritti dell’uomo», la convergenza «sulla pace e la convivenza tra i popoli», la difesa dei diritti umani.
affaritaliani.libero.it/cronache/i-segreti-del-vaticano180...

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