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UFO-crash nell’antico Tibet

Ultimo Aggiornamento: 18/04/2012 15:36
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120.000 anni fa vi fu forse il primo UFO-crash, in Tibet, e più precisamente sulle montagne di Bayan-Kara-Ula, proprio al confine con la Cina.


Nel 1938, un gruppo di archeologi, difatti, conducendo un’ispezione accurata in una serie di caverne collegate tra loro, scoprì dei sepolcri bne rifiniti ed accurati, che contenevano scheletri appartenuti a strane razze di umanoidi, dai corpicini troppo sottili per essere umani, e dai cranii decisamente troppo grossi. All’inizio si pensò che quelle sepolture fossero servite per riporci i cadaveri di qualche strana specie di scimmia sconosciuta. Ma il capo della spedizione, il professore Chi Pu Tei, cinese, invece, affermò che ai tempi di scimmie non ce n’erano sul nostro pianeta. Studiando alcuni scheletri misteriosi che furono ritrovati su un disco di pietra enorme, mezzo sepolti nella polvere sul pavimento della caverna, gli studiosi scoprirono essere un grammofono dell’era della pietra.


Presentava infatti un buco al centro ed una sottile spirale s’irradiava verso l’orlo. A meglio guardare, era una linea spirale continua con dei caratteri incisi. Insomma, l’oggetto era un ‘disco’… Quasi nessuno allora poteva capire cosa fosse. Il disco era etichettato e raccolto assieme ad altri oggetti lì ritrovati. Molti esperti cercarono di tradurre i geroglifici nei 20 anni successivi in cui l’oggetto era rimasto a in Pechino, ma nessuno riuscì. Solo quando il prof. Dr. Tsum Um Nui scoprì il codice e cominciò finalmente a decifrare i ‘solchi parlanti’, le straordinarie implicazioni con quel disco poterono essere capite, sempre solo da pochi, ovviamente. Il resto del mondo non seppe mai nulla di ciò. Il professore quindi concluse dicendo cose che furono ufficialmente insabbiate.



L’Accademia della Preistoria di Pechino, difatti, gli proibì categoricamente di pubblicare qualcosa su questa sua scoperta, ma due anni dopo, nel 1965, il permesso gli fu accordato. Così il professore, assieme a 4 dei suoi colleghi, pubblicò il libro dal lungo, ma intrigante, titolo: ‘La Scrittura scolpita che parla di dischi spaziali che, come registrato sul disco, atterrarono sulla terra 12.000 anni fa’. Questi ‘dischi’, chiamiamoli così, parlavano di una storia sorprendente di un oggetto spaziale proveniente da altri spazi che venne a precipitare sulle montagne di Bayan-Kara-Ula. La strana scrittura a spirale narrava di come le pacifiche intenzioni degli alieni furono interpretate male e come molti di loro furono cacciati ed uccisi dei membri della tribù degli Ham, che vivevano in quelle caverne. Secondo Tsum Um Nui, uno dei geroglifici dice testualmente: - The Dropas vennero dalle nuvole col loro velivolo spaziale. I nostri uomini e donne e bambini si nascosero 10 volte nelle caverne prima che il sole sorgesse. Quando alla fine capirono il segno dei Dropas, si resero conto che i nuovi venuti erano pacifici.- Un’altra espressione esprimeva grande cordoglio da parte della popolazione degli Ham che la nave spaziale aliena si era distrutta nell’impatto col suolo in una zona tra l’altro così inaccessibile, e che non c’era alcun modo di poterne costruire un’altra per permettere agli alieni di tornare a casa.


Fino alla scoperta del primo disco, gli archeologi e gli antropologi hanno potuto scoprire molto di più su quella zona isolata ed impervia. E molte di quelle informazioni sembrano corroborare la bizzarra storia registrata sui dischi di pietra. La leggenda, ancora corrente nella zona, parla di uomini dalle facce gialle che vennero dalle nuvole molti molti anni fa. Avevano cranii enormi, e corpi piccolini ed erano orribili a vedersi e all’inizio furono cacciati dalle popolazioni locali. Stranamente la descrizione degli ‘invasori’ corrispondeva agli scheletri ritrovati nelle caverne allora dal prof. Chi Pu Tei. Sulle cui pareti furono scoperte anche grezze pitture sul Sole nascente, sulla Luna, più varie stelle sconosciute, e sulla Terra… tutti uniti insieme da linee tracciate su vari puntini, di 12.000 anni fa anche queste. Quella zona fu abitata da due tribù semi-troglodite, gli Ham ed i Dropas, questi ultimi decisamente dall’aspetto bizzarro: erano piccoli di statura, e non avevano tratti né cinesi né tantomeno tibetani. Restano infatti una razza misteriosa.


Nonostante la decifrazione del prof. Tsum Um Nui, la storia dei dischi spaziali ancora riservò sorprese. Scienziati russi chiesero di poter vedere i dischi di pietra, ed alcuni di questi furono portati a Mosca. Gli esperti trassero alcuni campioni di quella pietra, e li esaminarono chimicamente. A loro grande sorpresa, essi contenevano molto cobalto ed altre sostanze metalliche. E c’è di più: quando posti sopra una specie di piattaforma girevole, vibravano o producevano un ronzio con un ritmo strano, come se una carica elettrica passasse attraverso di essi. Almeno così spiegò il dottor Vyatcheslav Saizev sulla rivista russa ‘Sputnik’. Oppure, come un altro scienziato suggerì, era come se i campioni di pietra fossero essi stessi parti di un circuito elettrico. A volte furono esposti a voltaggi elevatissimi.




Fonte: spazioufo.com

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Bayan-Kara-Ula è una regione montuosa che si trova proprio al confine tra la Cina ed il Tibet. Qui, nel 1938, all'interno di una caverna, una spedizione archeologica cinese, guidata dall'archeologo Chi Pu Tei, rivenne 716 tombe contenenti altrettanti scheletri assai diversi da noi umani; erano tutti di corporatura esile ed assai minuta e non superiore al metro e trenta; avevano un cranio enorme che presentava grandi cavità oculari; le braccia erano lunghissime e sproporzionate rispetto al corpo.

All'interno di ogni tomba venne anche rinvenuto un disco stranissimo, con un foro all'interno. I 716 dischi rinvenuti erano di litio di granito e avevano delle caratteristiche ben precise: diametro da un minimo di 35 ad un massimo di 50 cm e spessore era di circa 2 cm; al centro c'era un foro di 5 o di 10 cm. Un'indagine eseguite da esperti russi dimostrò che avevano un'alta concentrazione di cobalto; in natura, è un metallo che si trova quasi sempre associato ad altri metalli come il rame ed il nichel, è assai pesante, fonde a 1.450° e viene usato per costruire leghe di particolare resistenza. La superficie di questi dischi metallici mostrava numerose scanalature riportanti minuscole incisioni.

Nel 1962 un archeologo probabilmente giapponese, di nome Tsum Um Nui, tentò un'interpretazione di tali misteriosi segni e disse che essi "narravano la storia di un popolo venuto da un altro mondo circa 10.000 anni prima". Una leggenda, raccolta dai vari esploratori che si sono addentrati in quelle zone, parla di "un popolo disceso dalle nubi tanto tempo prima; erano bassi di statura, con teste assai grosse e nodose ed un aspetto decisamente mostruoso". Per tali ragioni i nativi ebbero paura ad accoglierli e per ben dieci volte li respinsero, inseguendoli anche con i cavalli ed uccidendone diversi; poi, alla fine, capirono che quella gente proveniente dalle stelle non aveva intenzioni bellicose così si decisero ad accettarli.

Oltre alla leggenda ed alle testimonianze raccolte, rimangono alcune vecchie foto dei misteriosi dischi forati al centro e per i quali è bene subito chiarire che nella tradizione cinese tutto ciò che è di forma circolare ed ha un foro al centro sta ad indicare un "oggetto portafortuna". Dunque, se quegli umanoidi di un altro pianeta sono veramente atterrati o, per loro sfortuna "caduti con l'astronave", da qualche parte deve pur essere rimasta traccia della loro presenza. E infatti, nel 1947 l'esploratore Karyl Robin-Evans è riuscito ad incontrate una tribù abitante nella zona: i DROPA o DZOPA (pastori), il cui capo gli spiegò che i loro antenati provenivano dalle stelle e, più precisamente, da un pianeta che si trova vicino a Sirio. E così, poiché non riuscirono a ripartire, quella razza extraterrestre dovette convivere con i terrestri. Attualmente di quell'antico popolo, si sono pressoché perse le tracce; tuttavia qualcosa è rimasto in zona: sono i pastori nomadi DROKPA, allevatori di mandrie di yak. Ad avvalorare, infine, la teoria degli esseri venuti dalle nubi ci sono le altre scoperte fatte nelle vicine grotte di Dunhuang dove sono stati scoperti antichi murales che mostrano "persone che volano sedute sulle nuvole".

Centro ufologico ferrarese

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