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Lo Yeti esiste, sostiene remota regione siberiana

Ultimo Aggiornamento: 07/03/2012 22:56
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07/03/2012 22:56




Chiamarlo yeti o bigfoot, Meh-teh o Migoi come gli sherpa, fa ben poca differenza: l'abominevole uomo delle nevi è una delle creature leggendarie che pù ha interessato la criptozoologia moderna. Sebbene originariamente partorito dal folklore himalayano, negli ultimi mesi lo yeti è tornato alla ribalta con la proposta di un istituto di ricerca russo interamente dedicato a lui. C'è di più: l'amministrazione della regione siberiana di Kemerovo ha recentemente affermato di aver trovato "prove inconfutabili" dell'esistenza dell' famigerato ominide.




Una spedizione internazionale nella regione siberiana attorno a Kemerovo avrebbe scoperto tracce e peli appartenenti ad una comunità di yeti che, secondo il celebre "inseguitore di yeti" Igor Burtsev, proverebbero senza ombra di dubbio che anche in Siberia ci sono uomini delle nevi. E non pochi: secondo Burtsev, l'ipotetica comunità siberiana di yeti sarebbe composta da almeno 30 individui.




Kemerovo si trova a circa 3.500 km di distanza da Mosca, ed è una città industriale nota per la produzione di prodotti chimici durante l'esistenza dell'ex Unione Sovietica. La regione attorno alla città sembra essere priva di qualsiasi attrattiva turistica, ma la notizia della possibile presenza di yeti potrebbe cambiare la situazione. Non è da escludere, quindi, che possa trattarsi di una trovata pubblicitaria ben studiata, come sospettano i criptozoologi di Cryptomundo.




Burtsev, tuttavia, sembra essere fermamente convinto dell'esistenza degli uomini delle nevi. Già nel 2009 è stata effettuata nella regione a sud di Kemerovo una spedizione alla ricerca dello Yeti: guidata da Nikolai Skalov, professore di zoologia della Kemerovo State University, si è concentrata sulla caverna di Azasskaya, che si trova nel distretto di Tashtagol, a circa 500 km di distanza dalla città di Kemerovo, ed è raggiungibile solo tramite elicottero.




Anche in questa recente spedizione i criptozoologi hanno indirizzato i loro sforzi nel cercare tracce della presenza di abominevoli delle nevi all'interno della caverna di Azasskaya. "Durante la spedizione verso la grotta di Azasskaya, i partecipanti hanno raccolto prove incontrovertibili che le montagne Shoria sono abitate da 'Uomini delle Nevi'" spiega il portavoce dell'amministrazione regionale di Kemerovo.




"Hanno trovato le sue impronte" continua il portavoce, "quello che probabilmente è stato il suo letto, e altre tracce con le quali lo yeti marca il suo territorio. Gli artefatti raccolti saranno analizzati in uno speciale laboratorio".




Inviterei alla calma quando si usano termini come "prove incontrovertibili" in situazioni come queste. C'è addirittura il dubbio che la spedizione sia mai stata effettuata: si sa che c'è stata una conferenza sullo yeti che ha visto il coinvolgimento di criptozoologi provenienti da diversi Paesi, ma finora pare non ci sia alcuna prova fotografica scattata durante la spedizione.




Nella regione, tuttavia, circolano da tempo storie sull'abominevole uomo delle nevi. La Siberia, come anche la regione hilamayana, sono considerate habitat ideali per questi ipotetici ominidi sulla cui esistenza, purtroppo, non è ancora stata raccolta una prova degna di tale nome.




Prima della spedizione, nel marzo del 2011, Burtsev aveva raccolto i resoconti di 15 testimoni diretti, focalizzando la sua attenzione nei dintorni della caverna di Azasskaya, luogo che molti indicavano come la "casa" dello yeti.




Secondo le testimonianze, l'abominevole uomo delle nevi sarebbe alto oltre due metri e ricoperto da una peluria nera-rossastra. Sarebbe in grado di arrampicarsi sugli alberi, ma incapace di nuotare (stando al resoconto di uno degli abitanti della regione, che affermerebbe addirittura di aver salvato uno yeti dall'annegamento).




"Fanno strane costruzioni piramidali con i tronchi e i rami, a volte altre 3-4 metri, a volte solo 30 centimetri" ha spiegato Burtsev in un'intervista del 2010. Il criptozoologo russo basa le sue valutazioni su presunti artefatti realizzati dagli yeti scoperti in Siberia. "A volte piegano grandi alberi. Un essere umano non è così forte per farlo, e sembra che gli orsi non lo facciano. All'inizio, pensavamo che gli yeti lo facessero per costruire dei ripari, ma siamo giunti alla conclusione che sia una sorta di punto di riferimento. O forse, è il modo in cui uno yeti usa per comunicare con i suoi congeneri".




Le storie sullo yeti circolano da secoli per nell'Asia centro-orientale, e sono parte del folklore di diverse culture himalayane. Come sappiamo ben tutti, folklore non significa necessariamente realtà dei fatti, e invito ancora alla cautela quando si discute di yeti. Specialmente quando una speduta e insignificante località siberiana tenta di farsi un nome nel settore turistico (per stessa ammissione dell'amministrazione locale) creando un centro di ricerca sullo yeti e un giornale interamente dedicato all'uomo delle nevi locale.




Se non altro, la passione di Burtsev sembra genuina, e questo è un bene. Lo yeti, come il mondo del paranormale e del mistero, non ha di certo bisogno di ulteriori inganni e supposizioni basate sul nulla, ma la passione priva di obiettività porta spesso a conclusioni sbagliate.

13 ottobre 2011
Finalmente è stato pubblicato il filmato che ritrarrebbe i membri della spedizione di fronte ad alcune impronte e capelli dello yeti.



ELIMINATO L'IMPOSSIBILE,CIO' CHE RESTA,PER IMPROBABILE CHE SIA,DEVE ESSERE LA VERITA'!

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