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LE ROVINE DI BAALBEK

Ultimo Aggiornamento: 28/01/2012 17:36
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28/01/2012 17:36






Le rovine di Baalbek, in Libano sono quanto rimane del piu' grande tempio che sia stato costruito dai Romani, eretto sopra enormi blocchi di pietra granitica, resti ciclopici di quella che viene considerata la piu' antica costruzione del mondo.

Data la vicinanza della fertile pianura della Beqa'a, piu' facilmnte percorribile, non è pensabile che Baalbek sia sorta come via di scambio commerciale.

'interrogazione degli oracoli, non giustifica i lunghi viaggiaffrontati dagli imperatori romani per giungere a Baalbek e costruire il piu' grande tempio dell'epoca lontano da Roma.

Per quale recondito motivo furono spinti a venerare questo luogo e inviarvi colonne di granito rosso affrontando un tragitto di 200km da Assuan, attraverso il porto di Tripoli e Homs, girando attorno alle montagne in un cammino scomodo e tortuoso ?

Il tempio di Giove poggia su di un piedistallo formato da pietre disposte in filari sovrapposti e ancora visibili sotto le colonne rimaste in piedi.

E' stato costruito con accuratezza sopra un alto piedistallo che si eleva di ben 13mt. rispetto al terreno; il lato occidentale è stato eretto con lastroni squadrati di 9,5mt., alti 4mt. e spessi 3,5mt., ognuno del peso di 500 tonellate.

Le tre pietre piu' grandi sono conosciute come "Triliton", o "la meraviglia delle tre pietre"; le loro dimensioni esagerate di 18 o 20 mt., e il loro peso di 1000 tonellate, non hanno ostacolato il loro posizionamento millimetrico.

Sono state estratte tutte da una cava vicina, dove è possibile ancora ammirarne una, conosciuta come la "Pietra del Sud", ancora attaccata alla vena madre.

Misura 21mt. di lunghezza, 10MT. di altezza con uno spessore di 4,5mt.; raggiunge il ragguardevole peso di 1200 tonnellate.

Una pietra uguale a questa si troverebbe, secondo alcuni archeologi, sotto il Triliton, e sarebbe stata nascosta con alcune incisioni che la farebbero apparire come fossero piu' blocchi messi assieme.

La pietra del sud testimonia che la costruzione fu bruscamente interrotta; in seguito a questo sorgono molti interrogativi.

Nel muro di sud est è stata trovata una fila di nove blocchi grandi la meta' di quelli che formano il Triliton; sono tutti sullo stesso livello delle pietre su cui poggia il Triliton, prolungando cosi' la piattaforma fino al muro di sud ovest.

Questo particolare si nota solo con una visita accurata del luogo, e certifica il fatto che il Triliton è stato eretto sopra a delle pietre ciclopiche.

A detta degli esperti si puo' affermare che la piattaforma non fu completata e il progetto iniziale abbandonato.

I nove blocchi non sono ben accoppiati come gli altri, il taglio non si sposa bene con i blocchi adiacenti.

A prima vista puo' sembrare il tentativo di ricostruire, dopo un avvenimento catastrofico, la piattaforma usando altre pietre rimaste integre.

come possono essere state mosse le pietre del Triliton, e le altre, dalla miniera, anche se la distanza era di soli 2km , resta un mistero.

Anche se è stato stimato che 40000 uomini possono muoverle, gli ingegneri non hanno accertato, non solo in che modo siano state mosse, ma sollevate, trasportate e poste in loco con grande precisione.

La pietra del sud equivale a be tre Boeing 747.

Molti ingegneri si chiedono perchè sono stati usati grandi blocchi di pietra, dal momento che era piu' facile portare a termine la costruzione usando blocchi piu' piccoli, considerando anche che nelle grandi pietre vi puo' essere anche un difetto trasversale, causa di un successivo problema strutturale.

Avevano una smisurata fiducia nel materiale usato, o disponevano di una tecnologia a noi sconosciuta che permetteva loro di attuare velocemente una costruzione senza che il numero ed il peso delle pietre rappresentasse un ostacolo?

Si puo' ipotizzare che la piattaforma sia stata pensata per resistere alla violenza dei terremoti in una zona notoriamente interessata al fenomeno; o , forse, doveva resistere ad enormi spinte verticali, come nel caso di discesa e ascesa di veicoli volanti del tipo "razzo" .

E' l'ipotesi del sumerologo Zecharia Sitchin.

CORRIDOI DI VOLO

Le strane coincidenze rilevate da Sitchin nel triangolare le Piramidi, l'Ararat, il Monte Santa Caterina e le perfezioni geometriche, non casuali, evidenziano tali luoghi come possibili "corridoi di volo" degli Annunaki, gli esseri scesi sulla terra da Nibiru , il pianeta fantasma del sistema solare, gia' conosciuto dai Sumeri.

In tal modo baalbek diviene il centro di uno di questi corridoi, che utilizzava come riferimento il Monte santa Caterina; situato tra l'altro sulla stessa linea dell'Ararat, il quale con il Monte Umm Shumar formava un "corridoio piu' lungo".

A Baalbek si conservava una "pietra dello splendore", un Omphalos, la pietra conica che "sussurrava messaggi incomprensibili all'uomo", che "lanciava le parole", il dispositivo che Baal voleva installare sulla Vetta di Zafron, altro nome con il quale si indicava, appunto , baalbek.

L'incrocio delle strade di Ishtar, il luogo da cui si poteva tenere uniti cielo e terra, uno dei luoghi "DELL'ATTERRAGGIO".

Il punto ove nell'epopea di Gilgamesh si situa la "foresta dei cedri".

La pietra conica ricorda il Dur.An.Di., "il legame fra cielo e terra", controllato dal dio Entil in un luogo detto ki.Ur descritto come "un'altissima colonna che si perdeva nelle nuvole" e posto su di un piazzale che non poteva essere "scosso o ribaltato", e serviva, al Dio, "per pronunziare parole rivolte verso i cieli".

Tale descrizione lo presenta a noi come un mezzo usato per le telecomunicazioni.

L'origine delle pietre coniche sembra si debba ricercare in Egitto, e non solo perchè "conica" era la "camera celeste" con la quale il Dio scese in terra;

Erodoto parla di un essere immortale che gli Egizi veneravano, il cui culto risaliva ai tempi dei Fenici: "Nella Fenicia esiste un tempio grande e bello a lui dedicato. Nel tempio si trovano due colonne, una d'oro puro, l'altra di smeraldo, che di notte si illuminano di splendore".

La pietra lucente e brillante dei Sumeri, il na.Ba.R.

Zacharia Sitchin annota che l'oro è il migliore conduttore elettrico e lo smeraldo la pietra ottimale per gli impianti laser in grado di emettere un irreale bagliore.

Un collegamento tra la Heliopolis egizia e quella fenicia lo si trova negli scritti dello storico Macrobio che parlano di un oggetto dedicato al soleportato dalla terra del Nilo a Baalbek; una pietra magica e sacra dalla forma conica.

Furono i Fenici a trasmettere l'usanza oracolare in Grecia, piu' precisamente a Dodona.

Il centro oracolare piu' celebre, Delfi, contiene un recinto, rivolto verso la valle, costruito su di una piattaforma rialzata.

Di fatto Baalbek era considerato un importante centro religioso, anche per i Romani; luogo di una triade di Dèi, o entità considerate tali che potrebbero avere contribuito fattivamente alla sua costruzione.

Il nome ebraico di Baalbek è "Beth-Shemesh", ovvero la "casa di Shamash", nome semitico del dio sumero Utu, capo degli astronauti, al quale si attribuisce un ruolo importante nel disegno e nella costruzione, sia dell'oracolo libanese che dell'Arca del diluvio.




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