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Intervista doppia Mauro Biglino - Monsignor Avondios



Pubblicato il 12 ottobre 2013 da Fabio Marino


Evemero, chi era costui?
“Evemero da Messina (in gr.: Εὐήμερος, in lat.: Euhemerus; Messina, ca. 330 a.C. – Alessandria d’Egitto, ca. 250 a.C.) è stato un filosofo, storico e scrittore greco antico d’età ellenistica.” (cit.) Detta così, in effetti, sembra quasi di trovarsi davanti davvero al classico Carneade di manzoniana memoria. Invece, il filosofo greco è passato alla storia per una sua sorprendente ipotesi, che non ha mancato di lasciare tracce pesanti nell’evoluzione filosofica, teologica e spirituale dell’Umanità. Il buon Evemero, infatti, con intuizione non necessariamente infelice, teorizzò che gli Dei in quanto tali (cioè Esseri Superiori da cui dipendeva il destino degli Uomini) non esistevano affatto. Essi rappresentavano, secondo lui, il ricordo romanzato di uomini venerabili e potenti, che, nel corso delle generazioni, erano stati divinizzati e resi Dei immortali, ciascuno secondo le proprie capacità umane originali. Evemero espose le sue concezioni filosofico/teologiche nell’opera Ἱερὰ ἀναγραφή (“Hierà anagraphé“, tradotta da Ennio come “Sacra scriptio“), in cui, paradossalmente, di sacro vi è ben poco; l’opera stessa è giunta fino a noi solo in frammenti e per via di tradizione riportata e riadattata nel corso dei secoli. Gran parte di ciò che conosciamo delle sue idee lo dobbiamo a Diodoro Siculo.
Nella “Storia sacra” vi è il racconto di un viaggio immaginario (ampia consuetudine letteraria e didascalica dell’epoca), in cui viene descritta una città ideale (Pancaia Παγχαία- o Panchea), sita in un’isola dell’Oceano Indiano (già noto ai tempi di Alessandro il Grande); questa città, secondo “canoni” classici, è retta attraverso un sistema collettivista, dal quale si dipana poi l’impianto evemerista.
Non male, come intuizione: lo si deve riconoscere. Una interpretazione di tal guisa, razionale e “fredda”, deve essere comunque apprezzata, specialmente se la si inquadra nel contesto storico, pur sempre razionalista e (oserei dire) “pre-scientista” della Grecia del IV-III secolo a.C. Rappresenta di certo, insomma, un vero salto in avanti, se raffrontato alla allora nascente dicotomia fra religiosità e spiritualità spesso a carattere magico e superstizioso da una parte, e un ateismo ante litteram privo di basi antropologiche, dall’altra. In assenza di basi concrete, e basandosi soltanto su un’intuizione a priori, Evemero getta le basi per un sistema che, apparentemente destinato ad essere presto dimenticato, rimase ben vivo, alimentando dispute teoriche a cadenza quasi periodica.
Oggigiorno, tuttavia, l’evemerismo (di cui si può trovare un breve riassunto FINANCO su Wikipedia) non rappresenta più una corrente di rilievo nella filosofia ateo/scientista, che utilizza legittime argomentazioni di altro tipo, non ultime quelle indicate fin dai tempi di Freud, e che attingono a piene mani a constatazioni di tipo analitico. Per correttezza, suggerisco anche la lettura di considerazioni di verso opposto a quelle freudiane, ancorché garbatamente polemiche (e non prive, comunque, di pregio).
Una definizione “datata”, ma corretta, del termine si trova qui, da autorevole fonte. Personalmente, ho iniziato ad individuare con questo termine la tendenza (purtroppo, spesso legata a biechi interessi solo editoriali) a voler “interpretare-senza-interpretare-ma-facendo-finta-che” con una notevole -diciamo…- disinvoltura alcuni famosi testi sacri, in primo luogo la Bibbia. Queste interpretazioni propugnano invariabilmente l’idea (basata sul nulla, nella migliore delle ipotesi) che la Bibbia, specialmente il Pentateuco (i primi 5 libri dell’Antico Testamento, tradizionalmente attribuiti a Mosè), sia non già il Libro Sacro di un popolo e di tre Religioni, ma il resoconto semplicione di semi-barbari primitivi di uno sbarco alieno in grande stile sulla Terra. In altri termini, gli Elohim sarebbero alieni, e YHWH (il Dio degli Ebrei e dei Cristiani) uno di loro, per giunta neppure tanto sveglio e niente affatto perbene. Come si vede, una visione “moderna”, e quindi neo-evemerista, delle ipotesi di Evemero. Nulla di originale, quindi. Con l’aggravante che, in questo caso, non esiste alcun percorso storico-filosofico serio che conduca a simili risibili affermazioni.
Per quel che mi consta, a parte numerosi tentativi nel corso dei secoli presto caduti giustamente nel dimenticatoio, la corrente neo-evemerista iniziò il suo chiassoso e poco credibile percorso negli anni ’60 del Novecento, allorquando il rev. Barry Downing (statunitense, e, come molti suoi conterranei, incline al sensazionalismo: “Absit iniuria verbis“), dottore di ricerca sul rapporto Scienza-Religione all’Università di Edinburgo , scrisse “The Bible and Flying Saucers” (1968, 1997), “passando il concetto” al famoso Erich von Daniken (dei cui errori e plagi parleremo in altra circostanza). A seguire, sulle medesime orme del Reverendo (il quale sosteneva che gli angeli della Bibbia erano in realtà alieni e che furono costoro a parlare a Mosé sul Monte Sinai, monte da cui il Profeta sarebbe salito di un UFO appositamente per ricevere le Tavole della Legge, nonché che Gesù era un extraterrestre mandato sulla Terra per redimere il mondo dai suoi orribili peccati…) si pose il giornalista francese Claude Vorilhon. Ribattezzatosi Rael, quest’ultimo diede forma teologica agli assunti di Downing, creando una vera e propria religione (il Raelismo), che conterebbe circa 40.000 seguaci.
Oggi, sull’onda decisamente acritica di un’adesione ad una visione neo-millenaristica della Religione (segnatamente quella di origine giudeo-cristiana), impazzano i “testi” e gli “articoli” del sig. Mauro Biglino, il quale, in buona sostanza, indirizza la sua “azione scientifica” nel senso di raffazzonate “traduzioni”, non riconosciute da alcuno “al di fuori di lui” e dei suoi seguaci. Basta visitare il sito di Consulenza Ebraica, per leggere della ilarità suscitata dalle fantasiose interpretazioni di questo Autore.
Per quanto riguarda la definizione di “neo-evemerismo”, penso possa bastare. Per quanto riguarda, invece, le fantasie in puro stile “Guerre Stellari” di taluno, ci torneremo. Con un’avvertenza: noi non spariamo mai, né con cannoni, né con altro. Noi ARGOMENTIAMO, se del caso “a contrariis”. Comunque, se qualcuno intende suonare le sue trombe, A.S.P.I.S. ed io suoneremo le nostre campane.

dr. Fabio Marino

ame-confutatio.blogspot.it/
[Modificato da (richard) 31/01/2014 17:21]

ELIMINATO L'IMPOSSIBILE,CIO' CHE RESTA,PER IMPROBABILE CHE SIA,DEVE ESSERE LA VERITA'!