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Il blu utilizzato migliaia di anni fa dalla civiltà egizia ha le caratteristiche nanochimiche essenziali per essere impiegato nei sistemi di comando remoto.
L'ultima frontiera in fatto di telecomunicazioni potrebbe arrivare da un'antica tecnica pittorica che utilizzava un pigmento blu acceso nei manufatti egiziani e sta fornendo alla scienza spunti per sviluppare nuove tecnologie per l'imaging diagnostico, telecomandi e inchiostri di sicurezza, come si legge in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Journal of the American Chemical Society.

Il blu egiziano, conosciuto come primo pigmento artificiale della storia dell'uomo, è ottenuto dal riscaldamento di silice, malachite, carbonato di calcio e carbonato di sodio.
I ricercatori dell'American Chemical Society hanno scoperto che il silicato di rame e calcio del pigmento egiziano si può rompere in nanofogli così sottili che ne occorrerebbero migliaia per eguagliare lo spessore di un capello umano. Questi strati generano una radiazione infrarossa invisibile analoga alle caratteristiche del segnale che i dispositivi di controllo remoto, come i telecomandi per la TV o l'apertura dell'auto, usano per comunicare con gli apparecchi che comandano.

«Il silicato di calcio e rame ci sta indirizzando verso una nuova classe di nanomateriali particolarmente interessanti per le immagini biomediche basate sul vicino infrarosso, per i dispositivi infrarossi che emettono luce (come le piattaforme per le telecomunicazioni) e per gli inchiostri di sicurezza», si legge nel report dei ricercatori.
23 Febbraio 2013


www.anticoegitto.net/nanotecnologie.htm

ELIMINATO L'IMPOSSIBILE,CIO' CHE RESTA,PER IMPROBABILE CHE SIA,DEVE ESSERE LA VERITA'!