00 08/10/2012 14:15
La sua telefonata con il fratello spiega quel mondo pacchiano e di cartapesta. Le carte arrivate da Bari fanno vedere il tipico mascalzone italiano nella sua versione sconfitta
di FRANCESCO MERLO

Un cronista segnala Tarantini devoto e penitente in una chiesa romana, "compunto e angelico e coi turiboli incensando all'altare". Un altro, a conferma che il peccato è devozione, lo racconta di nuovo ospite dei resort più esclusivi della Puglia, tra Monopoli e Savelletri. Ma solo le carte processuali di Bari ci restituiscono tutto intero Gianpaolo Tarantini e quel suo codice di vita che ancora e sempre, e forse ancora più di sempre, è la dannazione dell'Italia: "organizziamo un pranzo", "ti faccio un bonifico", "ho le pezze al culo", "mamma mia quanto ho scopato".

Riemerge dunque il mascalzone italiano, nella versione del dolente e dello sconfitto - "sono disperato, sono io il coglione" - da queste pagine giudiziarie che, finalmente depositate, non sono foglie d'autunno e non sono storia antica, ma documenti di identità, la faccia di una nazione, perché Tarantini che apparecchiava a pagamento la città delle donne di Berlusconi "sfatto di sesso", "morto", "distrutto", rimane l'inimitabile professionista della crapula triste che oggi come allora è la cifra delle feste nazionali. E si capisce subito che i consiglieri della Regione Lazio, i De Romanis e i Fiorito, con i loro maiali e i loro Suv per la neve, al confronto di Tarantini sono pittori della domenica, se mai la crapula fosse un quadro.
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E Tarantini non capisce Berlusconi perché al suo posto si comporterebbe in un altro modo. E però racconta

Villa Certosa come nessuno era mai riuscito a raccontarla: "100 ettari e non i poliziotti ma, iiii, l'esercito. E gente che girava con i motorini tipo quelli della malavita, con i mitra e la pistola in mano, e io avanti abbracciato con lui, cinquanta eravamo, in una specie di processione, e lui si fermava, tutto buio, e con la lampadina ogni tanto faceva vedere le sculture e, a un certo punto, madonna!, ci indica una montagna...: il vulcano, il vulcano! E scende la lava ...". E le giostre, il giardino, e poi la nera, e Simon Le Bon che canta, e "anche Apicella ha cantato". "E alle due e mezza è impazzito per la fidanzata di Vignola. E c'era tutto il privé del Billionaire, noi, Simona Ventura, Percassi... E le persone che cantavano Silvio c'è, graaaazie Silvioooo, Silvio c'è, è pazzo proprio... E stava tutto di blu con la giacca tipo smoking...".

Meglio di tutti i giornalisti e di tutti gli scrittori che si sono cimentati con Berlusconi, Tarantini, a bocca aperta, ha spiegato così al fratello la berlusconità, ma sarebbe meglio dire, visto il tono ammirato e canzonatorio, la berlusconaggine. Il testo di quella lunga telefonata meriterebbe lo Strega e il Campiello unificati. Anche gli aggettivi contraddittori che gli vengono in gola per il suo Berlusconi sono appropriati: "simpatico", "pazzo", "malato", "dittatore", "sfatto di sesso", "ossesso", "usa gli altri come schiavi". E persino lui, Tarantini, si imbarazza quando Berlusconi lo prende a braccetto e gli dice "le donne le facciamo ballare, tutte là sopra, tutte per noi". No, neppure lui, neppure Tarantini usa le donne così: "Sempre sto cazzo di donne, sesso, sesso, donne, sesso, donne... che rompeva i coglioni".

Perciò ascoltare questa telefonata o leggerla tutta di un fiato significa davvero capire che cos'è il mondo di Berlusconi, la cartapesta, il bisogno di rendere solida la pacchianeria dei propri fantasmi, la fantasia come patologia che ha infettato tutto il paese producendo non più i mostri definiti e tipizzati del presepe di Risi, ma le mostruosità di massa, i maiali e i grecoromani, mostruosità di branco che, scendendo per i rami dell'albero della truffa, arrivano ai Fiorito e a quella Veronica Cappellaro, presidente della Commissione Cultura della Regione Lazio che è fiera di essere riuscita a presenziare alla festa della cacca, spinta dal richiamo del ruolo e senza neppure essere stata invitata.

E Tarantini, fornitore ufficiale di carne femmina, ha avuto anche il ruolo del testimone, destinato ad essere rilasciato per raccontare al mondo la potenza dell'uomo che si è messo a vivere dentro Sex and the city, dentro Beautiful, dentro i Sopranos. Anche fisicamente non somiglia agli altri manichini della casa, e solo apparentemente è il fratello gemello d Nicole Minetti. Se vi capiterà di incontrarlo alla Messa o nei saloni superlussuosi della Peschiera di Monopoli sono certo che anche voi, dopo la prima smorfia di fastidio, noterete le occhiaie, la magrezza, le mucose segnate di rosso, il passo veloce ma trattenuto di chi ha pratica a districarsi tra corpi e bicchieri, tra sniffate e ritmi ossessivi della musica. E insomma conterete tutti i segni dolenti che si porta addosso.
(08 ottobre 2012)



www.repubblica.it/politica/2012/10/08/news/ritratto_berlusconi_firmato_tarantini-44090241/?...

ELIMINATO L'IMPOSSIBILE,CIO' CHE RESTA,PER IMPROBABILE CHE SIA,DEVE ESSERE LA VERITA'!