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"Il mondo si è riempito di mezzi di comunicazione ma abbiamo abolito tutti i luoghi di comunicazione"



Pasquino, una delle statue “parlanti”, è un gruppo statuario mutilo rappresentante Menelao che sorregge il corpo inerte di Patroclo, copia da un originale bronzeo noto in varie repliche (copia completa a Firenze nella Loggia dei Lanzi), forse attribuibile allo scultore pergameno Antigonos (240-230 a.C.), già identificato in passato come Ercole in lotta con i Centauri o come Aiace con il corpo di Achille. Il gruppo che presubilmente faceva parte della decorazione scultorea dello Stadio di Domiziano, fu rinvenuto in piazza Navona presso l’angolo con via della Cuccagna durante i lavori di pavimentazione della zona e collocato nel 1501 dal Card. Oliviero Carafa nell’antica piazza di Parione, che poi prese il nome dal Pasquino, all’angolo di Palazzo Orsini, poi Braschi. Varie sono le ipotesi relative al nome Mastro Pasquino identificato vuoi con un oste o un barbiere o un sarto o un maestro di scuola della zona. Giudicata opera di grande pregio fu ammirata da Michelangelo e più tardi dal Bernini che da essa trasse ispirazione per le sue sculture quali il Moro e l’Abacuc. In occasione della festa di S. Marco (25 aprile) la statua veniva abbigliata come una divinità (Venere o Giano o Apollo) e su di essa venivano affissi epigrammi nel corso di certami accademici che si tenevano nella piazza. il piedistallo della statua fu da sempre usato per affigere cartelli dove il popolo esprimeva in versi o in prosa il proprio malcontento (le pasquinate).
[Modificato da (richard) 04/03/2012 23:06]

ELIMINATO L'IMPOSSIBILE,CIO' CHE RESTA,PER IMPROBABILE CHE SIA,DEVE ESSERE LA VERITA'!